Istat, il declino demografico non frena la crescita dei centri urbani

Pubblicato il 04/07/2025
Ultima modifica il 04/07/2025 alle ore 13:41
Teleborsa
In Italia nel 2021 sono state individuate 61.101 località abitate e produttive, che sviluppano una superficie di poco inferiore ai 21mila chilometri quadrati (6,9% del territorio nazionale). Si distinguono in centri abitati (21.774; 6,0% della superficie nazionale), nuclei abitati (36.452; 0,6%) e località produttive (2.875; 0,3%). È la classificazione effettuata dall'Istat in un focus sulle località abitative e produttive in Italia.

La distribuzione territoriale della popolazione italiana è molto diversa dal passato: nel 2021 il 91,2% della popolazione vive nei centri abitati (a fronte di una quota pari al 75,0% nel 1951) e solo l’8,8% nei nuclei abitati e nelle località di case sparse (contro il 25,0% di 70 anni fa). In particolare, nel decennio 2011-2021, l’aumento dell’estensione delle località abitate e produttive è stato del +5%, pari a un incremento, in termini assoluti, di oltre 900 chilometri quadrati; si conferma pertanto il rallentamento della loro espansione rispetto ai decenni precedenti: +6,3 nell’intervallo 2002-2011 e +17,5% in quello 1991-2001.

Sia la densità delle località, sia l’incidenza complessiva della superficie territoriale utilizzata decrescono dal Nord al Mezzogiorno. Nel Nord-ovest del Paese si contano circa 30,8 località ogni 100 chilometri quadrati che occupano una superficie complessiva pari al 9,6% del territorio; nelle Isole i due indicatori sono pari, rispettivamente, a 6,8 località, con un’incidenza del 4,1% sul territorio della ripartizione.

In termini di popolazione le località abitate del Mezzogiorno sono invece mediamente più grandi: circa 1.140 abitanti per località nelle Isole e 1.814 al Sud, rispetto ai 917 del Centro e ai 627 e 861, rispettivamente, del Nord-est e del Nord-ovest.