Secondo gli ultimi dati di Legambiente, contenuti nel report "
Borghi Avvenire", i borghi italiani vivono una
crisi profonda: i piccoli comuni, che sono circa
5.500 (ben il 69% dei comuni italiani), negli ultimi 20 anni hanno perso l'8,5% degli abitanti e i giovani sotto i 14 anni sono scesi all'11%, contro il 26% della popolazione rappresentato dagli over 65.
I borghi italiani quindi
invecchiano e si spopolano: l'antidoto a questa lenta morte, che proporzionalmente attecchisce su più della metà dei comuni italiani, è - non banalmente - la
cultura.
Già Legambiente nel suo dossier – curato da Sandro Polci con Roberto Gambassi e Alessandra Bonfanti - proponeva come soluzione un
nuovo welfare locale e circolare, in cui i borghi diventano luoghi attrattivi per giovani, famiglie, anziani, lavoratori da remoto e turisti consapevoli. Dopo la pandemia e il lockdown, infatti, c'è stata
un'onda lunga di riscoperta della vita all'aria aperta e del turismo di qualità, che dura ancora oggi e che è diventato una tendenza stabile degli anni '20 del 2000.
Ma cosa significa usare la cultura per salvare i borghi? Significa
rigenerare la loro identità, recuperando un patrimonio già esistente e rendendolo fruibile a tutti, attraverso esperienze che siano arricchenti prima di tutto per i residenti e poi anche per chi diventa turista e visitatore del borgo, portando
ricchezza e condivisione.
Non a caso nel
PNRR esiste una misura chiamata proprio
"Attrattività dei borghi storici", finanziata con
1,02 miliardi di euro, che ha l’obiettivo di
valorizzare i piccoli centri storici italiani – sotto i 5.000 abitanti o aree riconosciute come borghi – attraverso interventi che uniscono tutela del patrimonio, sviluppo socio-economico sostenibile e contrasto allo spopolamento.
Un esempio funzionale di riqualificazione dei borghi è
Trevinano RI-WIND, un progetto di narrazione e riappropriazione creativa che mette in dialogo tradizione e contemporaneità, linguaggi e persone, generazioni e territori. Parliamo di un
minuscolo comune della Tuscia, appena 120 abitanti, che è protagonista di un progetto di
rigenerazione culturale lungo un anno: si passa dalla poesia alla musica fino all'arte contemporanea, coinvolgendo
nove artisti e artiste – tra cui Marco Eusepi, Flavio Favelli, Claire Fontaine, Antonello Ghezzi, Mutsuo Hirano, Thomas Lange, Vincenzo Marsiglia, Valentina Palazzari – che dopo un periodo di residenza e dialogo con il borgo, realizzeranno un’opera pensata in e per quel luogo, che entrerà a far parte del circuito permanente del progetto. È un
processo di prossimità e partecipazione, in cui l’arte non solo si espone, ma si costruisce insieme: un atto generativo che connette passato, presente e futuro, e che fa della relazione tra gli artisti e gli abitanti un gesto politico e poetico insieme.
Non solo arte, ma anche
musica e poesia: il programma di Trevinano RI-WIND inizia con la sezione dedicata alla parola in forma poetica e musicale.
Quando la banda passò, a cura di
Oscar Pizzo e Paolo Dalla Sega, dopo aver esordito nella romana Villa Borghese il 6 e il 7 luglio arriva a Trevinano: si tratta di un
reading-concerto inedito che trasforma i luoghi in palcoscenici di una grande scena condivisa, facendo risuonare la voce poetica e musicale dei borghi dell’Alta Tuscia, fra bande tradizionali e suoni contemporanei, slam poetry e poesia rurale che si fondono in una narrazione corale e originale.
È così che a Trevinano, un borgo che è incrocio fra regioni (si trova infatti al confine fra Lazio, Umbria e Toscana) si incontrano anche le generazioni: le voci dei pochi anziani rimasti nel borgo – alcuni ultranovantenni – dialogano con quelle degli artisti contemporanei e dei giovani che scelgono di tornare, almeno per un tempo, nei luoghi delle proprie radici. Un
patrimonio affettivo e culturale che si trasmette attraverso le storie, i riti, le musiche, i racconti familiari.