Il
2024 ha visto una
ripresa dei consumi mondiali di gas (+2,8%) che ha portato il valore a un nuovo picco storico, trainati soprattutto dai Paesi dell’area Asia Pacifico. Nell’
Unione europea, dopo la flessione del 7% nel 2023, i
consumi di gas hanno registrato un
leggero aumento dello 0,5% (circa 332 miliardi di metri cubi ma lontani dai 412 miliardi del 2021). La variazione non è stata identica tutti i Paesi europei: all’
aumento di
Germania (+1,6%),
Italia (+0,6%),
Paesi Bassi (+1,3%), si contrappone una riduzione per Francia (-6,2%) e Spagna (-4,2%), dove maggiore è stato il peso sul mix elettrico di fonti alternative, rispettivamente nucleare (+12% su 2023) e rinnovabili (+11%). E' quanto emerge dalla relazione annuale di ARERA.
Sul fronte della
produzione si registra un
aumento dell'1,4% supportato, come negli anni precedenti, dalla crescita (+2%) del gas non convenzionale che rappresenta il 32% del totale.
Anche in Europa la crescita si mantiene sugli stessi livelli grazie agli aumenti provenienti dalla T
urchia (piena attività del giacimento Sakarya, +178%) e soprattutto dalla
Norvegia (+8%) che hanno compensato il declino ormai strutturale di UK e Paesi Bassi. I
volumi importati dai Paesi dell’Unione Europea sono risultati di circa 275 miliardi di metri cubi,
in calo del 6% sul 2023 e del 18% sul 2022.
Gli stoccaggi (media UE) hanno chiuso la stagione invernale 2024/2025 con riserve inferiori di circa 27 miliardi di metri cubi con un
livello di riempimento del 34% rispetto al 59% della stagione precedente. Al momento gli stoccaggi italiani sono pieni al 62%.
Nel 2024 i mercati del gas naturale hanno mostrato
segnali di riequilibrio pur rimanendo sensibili agli stimoli del contesto geopolitico internazionale.
In Europa, la media annua dei prezzi spot al TTF olandese è stata di
34,4 euro/MWh, per un calo del 15% in confronto al 2023 e del 72% rispetto al 2022, mentre il
PSV italiano ha segnato
36,7 euro/MWh, con diminuzioni percentuali anno su anno analoghe all’hub olandese. Lo
spread medio annuo tra PSV e TTF è stato di
2,3 euro/MWh.
Italia: consumi tornano a crescere Dopo due anni di intenso calo, la discesa dei
consumi di gas naturale si è fermata evidenziando una
lieve ripresa di 0,3 miliardi di metri cubi, riportando la domanda a 61,8 miliardi di metri cubi dai 61,5 del 2023. Al contrario, la
produzione nazionale ha registrato un
calo del 4,1% attestandosi poco sotto 2.600 milioni di metri cubi dai 2.705 dell’anno precedente.
Scendono anche le importazioni nette, che passano da 59,2 a 58,8 miliardi di metri cubi (
-0,7% rispetto al 2023) a causa della discesa delle importazioni lorde diminuite di 2,4 miliardi di metri cubi (-3,9% rispetto al 2023) solo parzialmente attutita dal quasi azzeramento delle esportazioni (-2 miliardi di metri cubi).
Il livello di dipendenza dall’estero è diminuito: nel 2024 il 95,2% del gas disponibile in Italia è arrivato dall’estero (era il 96,3% nel 2023). Il gruppo
ENI controlla il
65% della produzione (62,4% del 2023).
Fine del servizio tutela Il 2024 è stato caratterizzato, anche per il settore della vendita del gas, dalla
fine del Servizio di tutela gas per i clienti domestici non vulnerabili che
dal 1° gennaio 2024 sono transitati nel mercato libero. Il
livello della concentrazione nel mercato della vendita finale, già storicamente basso, è risultato nuovamente
in calo rispetto all’anno precedente: i primi tre gruppi controllano il 38,7%, mentre nel 2023 la quota era pari al 40,2%. Il
gruppo Eni è risalito in seconda posizione con una quota del 12% (era terzo con una quota del 13,3% nel 2023) mentre è rimasto al
primo posto gruppo Edison, la cui quota è salita al 15,5% dal 13,7% dell’anno precedente,
seguito dal gruppo Enel che lo scorso anno aveva raggiunto la seconda posizione è passato al terzo posto con una quota dell’11,2% (13,1% nel 2023).
Nel 2024 la
quota delle famiglie nel Servizio di tutela della vulnerabilità è risultata
pari al 13% (nel 2023 la quota di famiglie nel "vecchio" servizio di tutela era pari al 27,9%). Nel 2023 la percentuale di
switching è risultata complessivamente pari al 18,7% in termine di clienti e al 25,5% dei volumi: entrambi i valori mostrano un aumento rispetto al 2023. A livello geografico, il
mercato libero ha raggiunto in tutte le regioni la quota largamente maggioritaria, con punte superiori al 90% in Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Umbria e Sardegna. Nel 2024, la percentuale di clienti domestici che ha sottoscritto nel mercato libero un
contratto a prezzo fisso è diminuita in modo significativo rispetto all’anno precedente, passando dal 44%
al 28,6%. I
contratti a prezzo variabile si confermano
più vantaggiosi per tutte le categorie di clienti — domestici, condomini e non domestici — rispetto a quelli a prezzo fisso. Il differenziale a favore dei contratti a prezzo variabile è particolarmente elevato per i clienti domestici (29,4 centesimi di euro/metro cubo). Il
mercato libero resta più costoso rispetto a quello riservato ai clienti vulnerabili, con un prezzo finale medio pari a 114,9 eurocent/metro cubo contro i circa 100 eurocent/metro cubo.
L'andamento dei prezzi in Italia Nel confronto internazionale con i principali Paesi dell’Area euro il
prezzo medio del gas naturale (comprensivo di imposte e oneri) per i consumatori domestici
in Italia ha registrato nel 2024 un
aumento significativo (+15,1%) raggiungendo i
13,1 eurocent/kWh. Contrariamente a quanto accaduto nel 2023, i consumatori italiani hanno pagato
tariffe superiori del 5,3% rispetto alla media dell’Area euro (-8,3% nel 2023).
L’aumento è imputabile a due fattori: la crescita dei
costi di rete (passati da 2,6 eurocent/kWh nel 2023 a 3,0 eurocent/kWh nel 2024) e, soprattutto, quella della
componente fiscale (passata da 0 a 3,2 eurocent/kWh). Nel 2024, infatti,
sono esauriti gli effetti degli interventi governativi che avevano stabilito la
riduzione dell’IVA al 5% e l’azzeramento temporaneo degli
oneri di sistema che aveva, di fatto, annullato l’impatto di questi ultimi sul prezzo del gas.
Guardando ai differenziali riferiti alle classi di consumo: i prezzi applicati ai piccoli consumatori (classe D1 e D2) hanno registrato entrambi un aumento del 17% rispetto al 2023, mentre per i
consumi più alti (D3 oltre 5.200 mcubi per anno) la variazione è stata del -5,4%.
Nel 2024 il
prezzo medio pagato dai clienti non domestici italiani si è attestato a
6,75 eurocent/kWh, con un calo (-18%) superiore a quello registrato nell’Area euro (-13,5%). Le
imprese italiane hanno quindi pagato un prezzo lordo (cioè comprensivo di oneri, imposte e tasse)
più conveniente rispetto a quasi tutti i principali competitor europei (-9,8% rispetto alla Francia, -7,7% rispetto alla Germania) tranne che la Spagna (+38%). La riduzione del prezzo è
dovuta interamente alla componente energia, pari a 4,4 eurocent/kWh (-32,7%) che incide per il 65% sul prezzo finale mentre le altre due componenti, cioè i
costi di rete e gli oneri e imposte, che incidono entrambe per circa il 17% sul prezzo complessivo,
hanno registrato un incremento sul 2023 rispettivamente del +0,9% e del +125%.