Energia, l'Italia accorcia distanze su UE ma oneri e tasse annullano effetto su prezzi

Pubblicato il 17/06/2025
Ultima modifica il 17/06/2025 alle ore 12:26
Teleborsa
Dopo un 2023 caratterizzato dagli strascichi della crisi energetica, con rincari generalizzati dei prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici in tutta l’Unione, nel 2024 il permanere di uno scenario internazionale complesso ha avuto come conseguenza significativi divari nel mercato europeo dell'energia: in 10 Paesi i prezzi sono aumentati (tra questi Francia +19% e Portogallo +15%), in 17 sono diminuiti (Italia -8%, Lussemburgo -33%); di conseguenza sono stati adottati, rimodulati o sospesi interventi pubblici per il contenimento dei costi dell’energia.

E' quanto emerge dalla Relazione annuale dell'ARERA in Parlamento. In Italia, le misure straordinarie 2022-2023 sono andate esaurendosi con il ripristino delle aliquote IVA ordinarie sul gas e con il progressivo ritorno alle condizioni ordinarie dei bonus sociali.

Il prezzo medio ponderato nell’Area euro è rimasto sostanzialmente invariato (+0,2%) a 31,04 centesimi di euro/kWh mentre l’Italia è tra i Paesi che hanno sperimentato la riduzione maggiore dei prezzi lordi dell’energia elettrica per i clienti domestici che sono scesi da 38,64 a 35,7 centesimi di euro/kWh, riducendo al 15% (dal 24,7% del 2023) il differenziale rispetto alla media europea. I prezzi finali pagati dalle famiglie italiane continuano a essere penalizzati dalle componenti di oneri, imposte e tasse il cui incremento del 28% ha annullato le riduzioni registrate dalla componente energia e dai costi di rete. La componente oneri, imposte e tasse è passata da 8,5 centesimi d euro/kWh nel 2023 a 9,8 eurocent/kWh nel 2024 e rappresenta oggi la più elevata tra i Paesi analizzati con un +134% rispetto alla Francia e +65% rispetto alla media dell’Area euro.

Elettricità: consumi in crescita e aumento idroelettrico

I consumi di energia elettrica sono aumentati del 2,3%, la ripresa ha interessato quasi tutti i settori eccetto l’industria (-0,5%). La domanda italiana è stata soddisfatta per l’83,7% dalla produzione nazionale netta (escludendo l’energia destinata ai pompaggi) e per il restante 16,3% dal saldo con l’estero. La produzione nazionale lorda è cresciuta del 3,2% e si attesta a 273,3 TWh con le rinnovabili ancora in aumento (+14,9%), spinta principalmente dell’aumento nella produzione idroelettrica (+30,2%) che con 52,8 TWh è tornata ad avvicinarsi ai massimi degli ultimi dieci anni, che compensano il calo del termoelettrico (-6%).

Nel 2024 il gruppo Enel si conferma il primo produttore con una quota del 13,4% (ancora in calo rispetto al 16,9% del 2023) seguito da Eni al 9,1% (stabile rispetto al 2023), sempre al primo posto per generazione termoelettrica (18,5%) seguito da Edison
con l’8,9%.

La fine del mercato tutelato

Nel 2024, il settore elettrico è stato caratterizzato dall’avvio, a partire dal 1° luglio, del Servizio a Tutele Graduali per i clienti domestici non vulnerabili. Nel 2024 il numero di punti di prelievo domestici ha raggiunto i 30,5 milioni: di questi, 5,6 milioni sono stati serviti in Maggior Tutela, 1,7 milioni nel Servizio a Tutele Graduali e circa 23,2 milioni nel mercato libero (erano 21,4 milioni nel 2023). Lo switching delle famiglie è nuovamente aumentato, sia che lo si misuri in termini di punti di prelievo (+4,9%) sia in termini di volumi (+2,3%): nel 2024 il 23,8% dei clienti domestici ha cambiato fornitore almeno una volta nel corso dell’anno, nel 2023 il tasso era stato del 18,9%.
Il gruppo Enel rimane, come sempre, l’operatore dominante del mercato elettrico italiano con il 24,8% delle vendite complessive (-6% rispetto al 2023), seguito dal gruppo A2A con una quota largamente inferiore e pari all’8,3%, (7,3% nel 2023) e dal gruppo Edison con il 6,3% (5,9% nel 2023). Il grado di concentrazione nel mercato libero si è un po’ ridotto: la quota dei primi tre gruppi è pari al 39,3% (era al 44,1% nel 2023).