Negli ultimi quindici anni è
triplicata la produzione di energia da fonti rinnovabili in Italia, grazie all'accelerazione registrata negli ultimi anni, anche se il nostro Paese resta indietro rispetto alle altre maggiori economie europee. E' quanto emerge dal Rapporto Istat presentato oggi a Montecitorio.
Dal rapporto emerge che,
fra il 2005 ed il 2024, l’Italia ha triplicato la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili raggiungendo circa
130 Twh, contro quasi 380 in
Germania, oltre 160 in
Spagna e 150 in
Francia; in questi ultimi due Paesi, tuttavia, il nucleare – considerato energia pulita – concorre rispettivamente per altri 55 e 380 TWh.
Cresce anche la quota di rinnovabili 0 (trainata soprattutto dal fotovoltaico). Nel 2024 questa ha rappresentato
il 49% del totale, contro circa il 16,1% nel 1990 e circa il 40% nel 2014.
A confronto con il 2014, sono
cresciute le quote dell’eolico e, soprattutto, del fotovoltaico, mentre si sono ridotte quelle delle altre fonti.
L’idroelettrico, nonostante un calo della quota di quasi 10 punti percentuali, continua a rappresentare
circa il 40% della produzione delle rinnovabili, seguito dal fotovoltaico e dall’eolico.
Parallelamente, si sono
ridotte le pressioni generate dal sistema economico sull’ambiente. del 23,1 per cento il Consumo di energia delle unità residenti, di oltre il 32 per cento le Emissioni climalteranti (cosiddetti gas a effetto serra) e di circa il 40 per cento il Consumo materiale interno.
Permangono tuttavia
elevati i rischi naturali, associati anche alla
maggior frequenza di eventi climatici estremi. L’Italia è tra i Paesi europei maggiormente colpiti per perdite economiche dovute ad eventi climatici estremi: nel periodo 1980-2023, si colloca al secondo posto nell’UE27 con circa
134 miliardi di euro, dopo la Germania con 180 miliardi e prima della Francia con 130 miliardi.