I
default corporate mensili sono scesi a otto ad aprile 2025, nonostante la
volatilità del mercato e l'incertezza sui dazi. Il totale da inizio anno è pari a 34, rispetto ai 55 dello stesso periodo nel 2024. Sette degli otto default corporate registrati ad aprile hanno riguardato emittenti al loro primo default, con la maggior parte dei casi concentrati in tre
settori: sanità, media e intrattenimento, e chimica, imballaggi e servizi ambientali (CP&ES). È quanto emerge da un nuovo studio di
S&P Global Ratings che analizza l’andamento nel 2025 dei default di emittenti corporate.
Gli
scambi in sofferenza hanno rappresentato quasi il 90% dei default di aprile e il 68% del totale da inizio anno, segnando la quota più alta su base annua dal 2008, ha poi sottolineato lo studio.
Per il momento, S&P mantiene le proprie
previsioni di base per il 2025, che includono tassi di default delle società con rating di grado speculativo del 3,50% negli Stati Uniti e del 3,75% in Europa. "Tuttavia – fa notare la società di rating –, un’incertezza prolungata o crescente sui
dazi potrebbe aumentare la probabilità di default".