Auto, boom di nuovi marchi: "Il 90% è cinese, il mercato cambia volto"

Pubblicato il 14/05/2025
Ultima modifica il 14/05/2025 alle ore 17:29
Teleborsa
Entro il 2028 saranno 27 i nuovi brand automobilistici presenti sul mercato italiano, con una netta predominanza di quelli cinesi, che rappresentano il 90% del totale. La loro incidenza sul mercato è già significativa: nel primo trimestre del 2025 hanno raggiunto una quota del 5,8%, in crescita rispetto al 3,7% del 2024 e allo 0,4% del 2021. È quanto emerge dal New Brand Observatory di Quintegia, presentato all’Automotive Dealer Day di Verona.

Secondo il rapporto, tra il 2021 e il 2024 sono entrati in Italia 18 nuovi marchi, contro i 27 introdotti nei cinque principali mercati europei. Altri 9 sono attesi da qui al 2028, mentre nei maggiori mercati dell’Ue se ne prevedono fino a 43, con un vantaggio di 16 brand rispetto all’Italia. Tuttavia, l’interesse degli operatori italiani è in crescita: il 49% dei concessionari guarda oggi con attenzione ai nuovi marchi, contro il 36% dello scorso anno.

L’offerta di questi nuovi brand è focalizzata soprattutto sui segmenti SUV C e D, con circa dieci modelli disponibili in Italia e quindici in Europa. Restano invece scoperti i segmenti A e B, meno presidiati anche dai costruttori tradizionali. Questo cambiamento di scenario sta influenzando le scelte dei consumatori: secondo l’Automotive Customer Study 2025, il 44% degli acquirenti è disposto a valutare marchi emergenti, una percentuale che sale al 74% tra i giovani della Generazione Z.

Tra i brand già affermati nel nostro Paese si segnalano MG (Saic), DR (con Evo e Tiger), Byd (e il brand premium Denza), Omoda, Jaecoo (Chery), Lynk&Co e Polestar (Geely), Emc (Eurasia Motor Company con Intergea), Leapmotor (con Stellantis) e altri legati a Dongfeng. Esistono anche formule di distribuzione alternative, come AT Flow di Autotorino o le private label.

Nel primo trimestre 2025, MG ha conquistato da sola il 3,5% del mercato, seguita da Byd con lo 0,9%. Gli altri marchi emergenti restano sotto lo 0,5%. Alcuni brand, come Nio con i sub-brand Onvo e Firefly, non sono ancora sbarcati in Italia, così come VinFast (Vietnam), Togg (Turchia) ed Ebro (Spagna).

Il New Brand Observatory segnala anche un impatto rilevante sulla rete distributiva: in Italia ci sono oltre 800 punti vendita di new brand, più che in Germania (circa 300) o nel Regno Unito (oltre 400). Più di 400 imprenditori italiani rappresentano marchi emergenti, spesso in un portafoglio multibrand e multiconstructor, che supera il 75%. Il cambiamento è evidente: nel 2015 i concessionari gestivano in media due marchi, oggi, con i nuovi brand, arrivano a 3,5. Un concessionario su tre dei brand tradizionali rappresenta anche almeno un marchio emergente.

(Foto: @pixel7propix on Unsplash)