Il
mercato del lavoro in Italia sta cambiando: mentre la
popolazione giovanile è una risorsa sempre più preziosa (ma in calo), aumentano i giovani occupati alle dipendenze e si riducono le
imprese di under 35, anche a causa delle difficoltà ad aprire una nuova attività (e delle crescenti competenze tecnologiche, manageriali e finanziarie oggi necessarie a un imprenditore). Lo ha segnalato il segretario generale di Unioncamere,
Giuseppe Tripoli, intervenendo all'incontro promosso da
Unioncamere e
Almalaurea sui temi dell'orientamento, delle nuove imprese e del placement.
Fra 2011 e 2024 l'Italia ha perso un milione di 18-34enni. Ciò ha determinato anche un calo del numero dei giovani propensi a fare impresa, con un a riduzione del 31% di imprese attive in questa fascia d'età e una progressiva contrazione delle
nuove iscrizioni (il 34,6% del totale nel 2011 a fronte del 27,8% del 2024). Nel medesimo tempo è cresciuta l'occupazione e, dal 2015 al 2024, è aumentato di
640mila unità il numero di occupati dipendenti principalmente a tempo pieno di 15-34 anni.
"Quasi l'80% dei neoimprenditori interpellati da Unioncamere segnala difficoltà nell'aprire una impresa, in particolare oltre un imprenditore su due si scontra con le procedure amministrative", ha sottolineato Tripoli. "Ecco perché occorrono politiche e strumenti adeguati a sostenere l'
imprenditorialità giovanile. Per questo Unioncamere ha messo a punto
Sni, il Servizio nuove imprese, la piattaforma che presenta opportunità e strumenti per supportare tutti coloro, aspiranti e neoimprenditori, che scelgono la via dell'impresa".
Crescono invece le imprese più
tecnologiche e si irrobustiscono le
start-up innovative: tra 2016 e 2024 le start-up innovative sono passate da meno di 6mila a oltre 12mila (+111,6%).
(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash)