Festival sviluppo sostenibile, PIL e benessere in crescita con doppia transizione green e digitale

Presentato il Rapporto di Primavera che disegna una panoramica dei benefici derivanti dall'accelerazione degli investimenti in sostenbilità
Pubblicato il 07/05/2025
Ultima modifica il 07/05/2025 alle ore 15:21
Teleborsa
La transizione ecologica e digitale sono motore di crescita sostenibile per l'Italia e garantiranno una crescita più alta del PIL, pari a +1,1% nel 2035 e +8,4% nel 2050, rispetto allo scenario base, una disoccupazione più bassa di 0,7 punti percentuali, la riduzione del debito pubblico e l'aumento degli investimenti. E' quanto emerge dal "Rapporto di Primavera 2025" dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ETS (ASviS), presentato oggi a Milano, i occasione dell’evento inaugurale del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025, all’Auditorium del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci.

Il Rapporto, dal titolo "Scenari per l’Italia al 2035 e al 2050. Il falso dilemma tra competitività e sostenibilità", realizzato in collaborazione con Oxford Economics, evidenzia che, nello scenario Net Zero Transformation, il sistema produttivo italiano beneficerebbe degli effetti del rallentamento del riscaldamento globale, dell’innovazione e dell’aumento dell’efficienza energetica. Tali effetti, al netto degli investimenti pubblici, contribuirebbero a ridurre la spesa per i danni ambientali ed aumentare le entrate fiscali, con effetti positivi sul rapporto debito pubblico/PIL rispetto allo scenario di base.

"È a questo scenario virtuoso che dobbiamo guardare, rispetto agli altri tre analizzati (Net Zero, Transizione Tardiva, Catastrofe Climatica)", ha sottolineato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, sollecitando investimenti per accelerare la transizione".

Giovannini ha spiegato che, rispetto allo scenario di base, il valore aggiunto della manifattura resterebbe invariato nel 2035, ma crescerebbe del 9,3% nel 2050; quello dei servizi aumenterebbe dello 0,5% nel 2035 e del 5,9% nel 2050; quello delle costruzioni del 6,9% e del 18,2%; quello dell’agricoltura resterebbe stabile nel 2035, ma crescerebbe del 7,1% nel 2050; quello delle utilities del 13,9% nel 2035 e del 52,6% nel 2050 (con la ricomposizione a favore della generazione e distribuzione di energia elettrica da rinnovabili). In termini aggregati, il comparto industriale vedrebbe il valore aggiunto aumentare dell’1,7% nel 2035 e del 14,9% nel 2050, superando quello della Germania.

"La sostenibilità è una leva strategica per rafforzare il sistema produttivo e sociale del nostro Paese ed è sbagliato pensare che ci sia contrapposizione tra sostenibilità e competitività" ha rimarcato Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS, ricordando che "l’inazione ha costi crescenti, mentre investire nella sostenibilità conviene, perché aumenta la redditività delle imprese e genera benessere sociale".

Gli studi evidenziano che le imprese italiane che investono in sostenibilità sono esempi virtuosi in termini di produttività, competitività e solidità finanziaria. Ad esempio, le imprese manifatturiere sostenibili registrano una produttività più alta del 5-8% rispetto alle altre. Quasi il 50% delle imprese italiane ha adottato almeno una pratica di economia circolare con risultati finanziari migliori, maggiori investimenti e minore indebitamento.

A livello globale il contesto si complica: la crisi del multilateralismo, la disinformazione e il ritorno dei nazionalismi minacciano gli sforzi collettivi per affrontare le grandi sfide comuni, compresa quella climatica e quella sociale. L’Italia e l’Europa sono ad un bivio storico: continuare con interventi timidi o scegliere di guidare la trasformazione con scelte coraggiose e sistemiche.

Per l'Italia, l'ASviS ribadisce che sarebbe un grave errore rinviare le scelte che vanno fatte oggi, in quanto nello scenario della "Transizione Tardiva", le conseguenze per l’economia italiana sarebbero decisamente negative (il Pil sarebbe inferiore del 2,4% a quello tendenziale nel 2035), mentre nello scenario “Catastrofe Climatica” nel 2050 esso si ridurrebbe del 23,8%, con una tendenza all’ulteriore peggioramento nella seconda parte del secolo.

Di qui, la necessità e l’urgenza di elaborare un Piano di Accelerazione Trasformativo (PAT), già promesso dall’Italia in sede Onu nel 2023, e i cui contenuti (economici, sociali, ambientali e istituzionali), sono individuati e dettagliati nel quarto capitolo del Rapporto, grazie alla competenza degli oltre mille esperti che operano nei Gruppi di lavoro dell’ASviS in rappresentanza delle oltre 320 organizzazioni che ad essa aderiscono.
L'avvio de lavoridel Festival dello Sviluppo Sostenibile, che cade nel primo giorno del Conclave, si è aperto con la proiezione di un video dedicato a Papa Francesco e ai momenti più significativi del suo pontificato dedicati allo sviluppo sostenibile.
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