Tutela dei docenti: arresto in flagranza per chi li aggredisce e pene più dure

Valditara: "Un insegnante non si tocca"
Pubblicato il 30/04/2025
Ultima modifica il 30/04/2025 alle ore 20:01
Teleborsa
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che introduce nuove misure per tutelare il personale scolastico, a partire da docenti e dirigenti, sempre più spesso vittime di aggressioni fisiche e verbali. Tra le novità più rilevanti, l’arresto obbligatorio in flagranza di reato per chiunque provochi lesioni a insegnanti o dirigenti scolastici. Una misura che, come precisato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, non sarà applicabile ai minori, ma rappresenta un deciso passo avanti nel contrasto alla violenza nelle scuole.

Il disegno di legge interviene anche sul piano penale, prevedendo un aggravamento delle pene per chi arreca lesioni al personale scolastico. In particolare, le sanzioni per le lesioni lievi passano dagli attuali 6 mesi–3 anni a un massimo di 5 anni. "Un insegnante, un educatore, non si tocca", ha dichiarato con fermezza Valditara, evidenziando come oggi i principali responsabili delle aggressioni non siano più solo gli studenti, ma anche, e in misura crescente, i genitori.

Il sindacato DirigentiScuola ha espresso pieno sostegno al provvedimento, definendolo un passo essenziale per garantire un clima sereno e sicuro nelle aule: "Docenti e dirigenti devono poter lavorare senza pressioni né paure, per assolvere appieno al loro compito educativo".

Il testo approvato modifica l’art. 380 del Codice di procedura penale, estendendo al personale scolastico la stessa tutela prevista per il personale sanitario in caso di lesioni. Viene inoltre introdotta un’aggravante specifica all’art. 583-quater del Codice penale per chiunque, nell’esercizio o a causa del servizio, causi lesioni agli operatori della scuola.

Accanto alle misure penali, arrivano anche novità per la valutazione del comportamento degli studenti. D’ora in poi, chi otterrà un "5 in condotta" sarà automaticamente bocciato, anche nei casi di bullismo grave. In presenza di un "6 in condotta", lo studente dovrà sostenere un esame di riparazione a settembre, che includerà la presentazione di un elaborato critico sui valori violati e il rispetto dei principi costituzionali.