"L’industria europea degli
Exchange Traded Products continua a mostrare segnali di notevole vitalità, registrando nuovi massimi storici: alla fine del Q1 2025, gli ETP domiciliati in Europa hanno raggiunto i
2,4 trilioni di dollari di asset under management, confermandosi come un pilastro sempre più centrale nell’ecosistema degli investimenti del Vecchio Continente". È l'analisi del team di Ricerca e Analisi di
HANetf – piattaforma white-label di ETF ed ETC in Europa – in merito ai dati dell’industria per il primo trimestre 2025.
"Quello che ha sicuramente influito positivamente è stato un significativo riorientamento dei
flussi, dagli ETP statunitensi a quelli europei – hanno spiegato gli analisti di HANetf –. Infatti, la flessione dei
mercati americani, innescata dai dazi sull’import/export imposti dall’Amministrazione Trump, ha spinto gli investitori a rivolgere l’attenzione verso l’Europa e, nel solo mese di marzo, gli ETP europei hanno raccolto
8,95 miliardi di dollari, mentre quelli statunitensi hanno registrato deflussi per un valore di
990 milioni di dollari".
"Tra i protagonisti del trimestre troviamo sicuramente un’altra tendenza d’oltreoceano, ormai ben radicata anche in Europa, quella degli
ETF attivi. Dopo un impressionante +68% di AUM nel 2024, gli ETF attivi continuano a crescere con flussi per 6,39 miliardi di dollari solo nel Q1 2025. Inoltre, il patrimonio complessivo ha ormai toccato una nuova quota record con
61,89 miliardi di dollari. In parallelo, anche gli
ETF basati su strategie opzionali hanno registrato un incremento straordinario, con un balzo del 54,55% degli AUM", prosegue l'analisi.
"Oltre al dirottamento dei flussi statunitensi, un ruolo fondamentale l’ha giocato la grande novità della
normativa UE, con approvazione dell’uso di
strutture semitrasparenti per gli ETF attivi – ha sottolineato il team di Ricerca e Analisi –. Questo nuovo regime consente infatti ai gestori di non dover pubblicare quotidianamente la
composizione del portafoglio, proteggendo così le proprie strategie. Le partecipazioni potranno essere rese note con un ritardo di circa un mese: un modello già adottato negli Stati Uniti dal 2019, che ora apre nuove prospettive per i gestori europei".
"Il
mercato degli ETP si espande, non solo nelle masse gestite, ma anche nei nuovi nomi che lo popolano. Il numero di
marchi europei di ETP è cresciuto da 116 a 131 negli ultimi nove mesi, segnando un incremento del +13% in meno di un anno. Nonostante alcune uscite, il bilancio netto è positivo: 10 nuovi ingressi contro 3 uscite solo nel Q1 2025", hanno aggiunto.
"Infine, le
tensioni geopolitiche nel Vecchio Continente e il progredire di una
politica statunitense che sembra voler sempre più puntare all’isolazionismo, stanno dando una considerevole accelerata al settore della
difesa europeo, dove gli ETF tematici sulla
difesa e sulla
cybersicurezza sembrano essere i veicoli prescelti dagli investitori per cogliere il potenziale di crescita del comparto. Nel primo trimestre, infatti, sono stati registrati afflussi pari a 4,16 miliardi di dollari – circa il 4,5% dei flussi totali degli ETF in Europa: un incremento di cinque volte rispetto al trimestre precedente", conclude l'analisi.