Nell'Eurozona l'eventuale diffusione su larga scala di
strumenti e servizi di pagamento basati su stablecoins in euro offerti da aziende o da banche americane, che potrebbero sostituire gli attuali strumenti al dettaglio paneuropei, "potrebbe avere
implicazioni anche per il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento e per la stessa sovranità monetaria". È quanto emerge da un focus del primo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria del 2025 della Banca d'Italia.
Viene ricordato che il valore di mercato delle criptoattività, già cresciuto nel corso del 2024, è ulteriormente aumentato dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e l'annuncio di iniziative volte a rafforzare l'adozione di strumenti digitali denominati in dollari da parte della nuova amministrazione. Il valore è successivamente sceso, portandosi alla fine di marzo a 2,75 trilioni di dollari. Oltre il 60% del mercato è rappresentato da Bitcoin e il 30% da altre criptoattività non garantite da attività sottostanti (unbacked crypto-assets);
solo il 9% è costituito da attività digitali emesse da entità che ne
ancorano il prezzo a valute tradizionali di riferimento (stablecoins).
"La forte espansione di Bitcoin e delle altre criptoattività caratterizzate da un'elevata volatilità delle quotazioni comporta rischi non solo per gli investitori, ma potenzialmente anche per la stabilità finanziaria, alla luce delle crescenti interconnessioni tra l'ecosistema di queste attività, il settore finanziario tradizionale e l'economia reale", si legge nel rapporto.
Il comparto degli stablecoins si mantiene contenuto e fortemente
concentrato in due specifici strumenti (Tether e USD Coin), ancorati al dollaro statunitense attraverso la detenzione da parte dei soggetti emittenti di riserve denominate nella medesima valuta. "Uno scenario in cui gli stablecoins legati alla valuta americana assumessero dimensione sistemica potrebbe determinare un'eccezionale domanda di titoli pubblici degli Stati Uniti, utilizzati come attività di riserva dagli emittenti - viene spiegato - In caso di dissesto di uno di questi ultimi si potrebbe verificare una corsa ai rimborsi, con un repentino aumento delle richieste di liquidazione da parte dei detentori e con la vendita forzata delle attività di riserva; ciò provocherebbe tensioni sui mercati dei titoli pubblici americani e ripercussioni su altri comparti del sistema finanziario globale".
Secondo Banca d'Italia, gli sviluppi del mercato delle criptoattività e i relativi rischi saranno influenzati anche dall'
evoluzione del quadro normativo, ancora "
fortemente disomogeneo tra aree economiche". Negli Stati Uniti sono all'esame del Congresso alcuni disegni di legge sugli stablecoins: le iniziative mirano a introdurre obblighi informativi e di trasparenza per gli emittenti sulle proprie riserve e modelli operativi a tutela dei consumatori (Stable Act), nonché criteri di supervisione e requisiti di riserva obbligatoria (Genius Act).
(Foto: CoinWire Japan su Unsplash)