FMI avverte: deficit e debito rivisti al rialzo con dazi, incertezze e aumento spese difesa

Pubblicato il 23/04/2025
Ultima modifica il 23/04/2025 alle ore 17:36
Teleborsa
La crescente incertezza, l'escalation di tensioni commerciali e l'ambiguità politica stanno "rimodellando" le prospettive dei bilanci pubblici. Le traettorie di debito pubblico sono state riviste al rialzo, a livelli globale, mentre si intensificano i rischi legati ai dazi, all'incertezza e volatilità dei mercati, all'aumento della spesa per la difesa. Lo rileva il Fiscal Monitor del FMI, intitolato "Politica fiscale in condizioni di incertezza", he segue la revisione al ribasso delle stime di crescita mondiale annunciata ieri.

Secondo il Fondo Monetario, i Paesi dovranno attuare aggiustamenti di bilancio "graduali e credibili" in ottica di medio termine per ridurre il debito e creare riserve contro l'accresciuta incertezza. Le riforme dei principali programmi di spesa, come i sussidi energetici e le pensioni, saranno cruciali per ridurre le vulnerabilità e promuovere al contempo la crescita, - sottolinea l'FMI - ma le riforme dovranno essere condivise ed occorrerà rafforzare il sostegno pubblico.

Le proiezioni fiscali sono soggette a notevole incertezza, data la rapida escalation delle tensioni commerciali e gli elevati livelli di ambiguità politica. Sulla base delle previsioni riviste del World Economic Outlook di aprile 2025, si prevede che il debito pubblico globale aumenterà di 2,8 punti percentuali entro il 2025 e si avvicinerà al 100% del PIL entro la fine del decennio, superando il picco pandemico.

Si prevede che oltre un terzo dei paesi registrerà un aumento del debito nel 2025 rispetto al 2024. Complessivamente, queste economie rappresentano circa il 75% del PIL globale e includono attori principali, quali Cina e Stati Uniti, ma anche Australia, Brasile, Francia, Germania, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica e Regno Unito.

L'FMI avverte che, in uno scenario fortemente avverso, il debito pubblico globale potrebbe addirittura salire a circa il 117% del PIL entro il 2027, raggiungendo livelli mai visti dalla Seconda Guerra Mondiale e circa 20 punti percentuali in più rispetto alle proiezioni per quell'anno.

Per quanto concerne l'Europa si prevede un aumento della spesa per la difesa, rileva l'FMI, ricordando che le finanze pubbliche erano già in difficoltà in molti Paesi ed i livelli di debito già elevati, ma l'accresciuta incertezza sui dazi e sulla politica economica, l'aumento dei tassi nelle principali economie e l'ampliamento degli spread nei mercati emergenti, stanno complicando ulteriormente le prospettive di bilancio. La politica fiscale si trova ora a dover affrontare un compromesso più netto tra la riduzione del debito, la creazione di riserve contro le incertezze e l'adeguamento alle pressioni sulla spesa, il tutto in un contesto di prospettive di crescita più deboli, costi di finanziamento più elevati e rischi più elevati.

Per l'Italia il Fmi prevede che quest'anno il rapporto deficit/Pil in calo al 3,3%, dal 3,4% del 2024 ed al 2,8% nel 2026. Il rapporto scenderà poi al 2,6% nel 2027 ed al 2,4% nel 2028, mentre nel 2029 è attesa una leggera risalita al 2,5% sino al 2030. Il rapporto tra debito pubblico/PIL è atteso invece un aumento al 137,3% quest'anno dal 135,3% del 2024, Per poi passare al 138,5% nel 2026 al 138,6% nel 2027, al 138,1% nel 2028, al 137,7% nel 2029 ed al 137,7% del 2030.

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