Il settore dei
Data Center ha visto
moltissimi investimenti negli ultimi anni, ed una crescita costante nell'occupazione. In Italia, il numero dei datacenter è
cresciuto del 14% nell'ultimo anno, con un aumento del 24% in termini di consumo energetico. Questi numeri posizionano il nostro paese al
quarto posto in Europa, dopo Germania, Francia e Lussemburgo (quinto se calcoliamo il regno unito, che si posiziona tra Germania e Francia), ed al
12° nel mondo.
Il mercato dei Data Center sta vivendo una rapida espansione a causa della crescente domanda di storage, legato ai
servizi cloud in continua crescita, ed al
calcolo avanzato, richiesto in particolare dall’
intelligenza artificiale e dalle infrastrutture ad alte prestazioni: entro il 2028, il volume dei dati passerà da 149 a oltre 394 Zb (zettabyte, ovvero un miliardo di terabyte). Su scala globale, a guidare il mercato sono gli
Stati Uniti, con oltre 5.000 Data Center, seguiti dall'
UE con 2.220 strutture, in cui l'Italia contribuisce con circa il 7,6%, affermandosi come un mercato in forte espansione per i Data Center, con investimenti in crescita che passano da
5 miliardi di euro nel biennio
2023-2024 a una stima di
23 miliardi di euro nel periodo
2025-2030, trainati principalmente dalla regione Lombardia, con 317 MW installati al 2024 su 513 MW (61,8% del totale), con 238 MW concentrati nella sola Milano (46,4% del totale), posizionando la città tra le principali piazze emergenti in Europa.
Nonostante la Germania possa contare oggi quasi il doppio dei datacenter italiani, grazie ad importanti investimenti infrastrutturali ed all'obbiettivo alimentare al 100% con energie rinnovabili entro il 2027, anche
l'Italia quindi può essere in grado di attirare investimenti importanti, grazie alla disponibilità di aree adatte e già connesse (in parte anche grazie all'attività di Open Fiber ed al progetto BUL), a tempi di connessione tra i più bassi in Europa e a un modello energetico unico, che può contare su diverse fonti di energia, come il biometano, le rinnovabili in generale ed un ottimo apparato tecnico e burocratico per la carbon capture e la gestione dei carbon credits relativi. Queste condizioni potrebbero abilitare
23 miliardi di euro di investimenti in costruzione, approvvigionamento e riempimento di server IT per nuove infrastrutture entro il 2030,
triplicando l’occupazione nel settore nei prossimi cinque anni e dando potenzialmente una forte spinta al sud del paese, dove l'energia solare è nettamente più sfruttabile.
Sono però numerose le sfide da affrontare, come la necessità di investire nel capitale umano per colmare la carenza di personale qualificato e soprattutto l’urgenza di realizzare infrastrutture in grado di distribuire l'energia in modo efficiente. Tra le soluzioni emerge la creazione di un
Net Zero Digital Energy Hub, un modello integrato di
pianificazione territoriale che concentri gli investimenti in infrastrutture IT ed energetiche.
Questo tema è stato affrontato nel dettaglio all'interno della prima analisi della Community "Data Center Italia: il motore del futuro digitale del Paese" di TEHA Group. La community intende
promuovere l’adozione delle infrastrutture digitali, valorizzando le competenze nazionali e creando sinergie con il settore energetico, per fare dell’Italia un punto di riferimento europeo e globale. L’analisi completa sarà presentata nel corso della 14ª edizione del Technology Forum, il principale evento di TEHA Group sui temi dell'innovazione, l’8 e il 9 maggio al Grand Hotel des Iles Borromées, a Stresa (VB) sul Lago Maggiore.
"L’Italia ha l’opportunità unica per posizionarsi come hub tecnologico di riferimento in Europa e nel Mediterraneo, ma deve superare criticità chiave, come una normativa e un processo autorizzativo che mettano in risalto le best practice (più efficienza, più sostenibilità e a maggior valore per il territorio), la
valorizzazione delle filiere strategiche e il
nodo energetico, da affrontare valorizzando tutte le leve energetiche e di decarbonizzazione disponibili in modo pragmatico e non ideologico", spiega Alessandro Viviani, Associate Partner e Responsabile della Community Data Center di TEHA Group.
Guardando alle tendenze globali, entro il 2029 i Data Center saranno quindi
"Hyperscale", ovvero progettati per supportare applicazioni e servizi su larga scala, come il cloud computing, l'intelligenza artificiale e le grandi operazioni di elaborazione dati, e costituiranno il
60% della capacità complessiva dei Data Center, evidenziando un chiaro orientamento verso la centralizzazione delle infrastrutture digitali per rispondere alla crescente domanda di soluzioni scalabili ed efficienti. Parallelamente, proseguirà lo sviluppo di infrastrutture distribuite e di scala più contenuta, progettate per rispondere a esigenze specifiche delle imprese, andando a gestire in larga parte le
banche dati, campo in cui l'Europa è particolarmente attrattiva grazie ad una
solida regolamentazione in materia.
Tra le sfide più rilevanti per lo sviluppo dei Data Center in Italia emerge però il
nodo energetico, che non riguarda solo la disponibilità complessiva di energia, ma soprattutto la capacità di distribuirla in modo adeguato, stabile ed efficiente. Tra il 2020 e il 2028, il consumo energetico dei Data Center è destinato a
crescere di 6 TWh (l'intera città di Milano, in un anno, consuma 23TWh). Si stima in realtà che la produzione da
fonti rinnovabili su territorio nazionale
aumenterà di 42 TWh nello stesso periodo, ma la mancanza di infrastrutture di distribuzione adeguate rischia di vanificare questo potenziale. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha però avviato i lavori per definire una
roadmap nazionale chiara e condivisa, e l’obiettivo della Community Data Center Italia di TEHA Group è di contribuire a questo processo evidenziando le best practice e i fattori di accelerazione.
(Foto: Corridoio di un datacenter, con terminale di controllo)