Nucleare, Aiea: "L'Iran non è lontano dall'atomica"

Negoziato in salita. Sabato a Roma nuovo round di negoziati indiretti
Pubblicato il 17/04/2025
Ultima modifica il 17/04/2025 alle ore 07:31
Teleborsa
L'Iran "non è lontano" dal possedere una bomba atomica. È l'avvertimento lanciato dal direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, – arrivato a Teheran per incontrare il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e il capo dell'Organizzazione per l'Energia Atomica dell'Iran, Mohammad Eslami – in un'intervista al quotidiano Le Monde pubblicata ieri, poche ore prima di una visita a Teheran. "È come un puzzle: hanno i pezzi e forse un giorno potrebbero rimetterli insieme. C'è ancora molta strada da fare prima di arrivarci. Ma non sono lontani, dobbiamo ammetterlo – ha detto Grossi –. Non basta dire alla comunità internazionale 'non abbiamo armi nucleari' perché ci credano. Dobbiamo essere in grado di verificarlo".

Dopo annunci e smentite da parte dell'Iran, dovrebbe svolgersi sabato a Roma il secondo round dei negoziati indiretti sul nucleare, iniziati la settimana scorsa in Oman, tra l'inviato Usa Steve Witkoff e il ministro degli Esteri iraniano. La tv di stato iraniana ha spiegato che sarà "il ministero degli Esteri dell'Oman ad ospitare i colloqui", probabilmente all'ambasciata di Muscat nella capitale. Il ministro degli esteri Antonio Tajani, a quanto si apprende, nelle ultime ore ha avuto contatti con tutti i protagonisti del negoziato e ha anche tenuto informati i partner europei e dei paesi del Golfo, come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, sulla continua disponibilità italiana ad offrire qualsiasi tipo di supporto alla mediazione Iran-Usa.

Il primo incontro tra Witkoff e Araghchi, che si erano scambiati dieci messaggi attraverso il ministro degli Esteri omanita Badr Albusaidi, si era chiuso senza alcun reale passo avanti, nonostante alla fine dei colloqui indiretti a Muscat una settimana fa c'era stato un brevissimo faccia a faccia, un primo contatto diretto dopo molto tempo. E anche il nuovo round negoziale parte con linee rosse ben demarcate da entrambi le parti e in un clima di diffidenza reciproca. "Siamo pronti a costruire fiducia rispetto a possibili preoccupazioni riguardo al nostro programma nucleare ma la questione dell'arricchimento dell'uranio non è negoziabile", ha chiarito Araghchi. In un'intervista a Fox News, Witkoff ha lasciato intendere che l'obiettivo degli Usa è impedire agli ayatollah di dotarsi dell'arma nucleare, tollerando tuttavia un certo margine di arricchimento dell'uranio (al 3,67% come prevedeva l'accordo Jpcoa del 2015 poi abbandonato da Trump, contro l'attuale 60%). Salvo poi chiarire su X che "l'Iran deve interrompere ed eliminare il suo programma di arricchimento nucleare e di armamento". La richiesta degli Usa, secondo il Guardian, sarebbe quella di trasferire le scorte di uranio arricchito accumulate finora in un Paese terzo, come la Russia. Proposta alla quale però Teheran si oppone.