"Il Salone del Risparmio è un appuntamento che è diventato irrinunciabile per tutti gli operatori del settore. Ancora di più in questo particolare momento storico, che ci vede impegnati con le nostre reti e con i nostri clienti per rassicurarli e per far capire loro che - nella giusta prospettiva - mai di breve termine, questa situazione sarà in futuro, quando guarderemo indietro, niente di diverso dalla crisi che abbiamo passato negli ultimi anni, ovvero
una flessione in un sentiero di lunga crescita dei mercati". Lo ha affermato
Maria Luisa Gota, presidente di Assogestioni e CEO di Eurizon Capital SGR, nella plenaria di apertura della 15esima edizione del Salone del Risparmio, il più grande evento italiano dedicato all'industria del risparmio gestito, organizzato da Assogestioni presso il centro congressi Allianz MiCo di Milano.
"Stiamo vivendo un momento particolare, con trasformazione sociali, economiche, geopolitiche che ci toccano da vicino e
chiamano in causa la nostra industria, come motore del cambiamento - ha spiegato - Siamo consapevoli della ricchezza incredibile della risorsa risparmio, 33 mila miliardi di euro a livello dei cittadini dell'UE, ma un terzo di questa somma è ferma sui conti correnti ed è sottoposta all'erosione dell'inflazione, sono certa che questa grande consapevolezza sia comune".
Il tema del capitale paziente, ha detto Gota richiamando i principali temi di quest'anno del Salone del Risparmi, "richiama il mondo dei mercati privati, ma la
virtù della pazienza serve anche per avere quell'orientamento al lungo periodo necessario per abbracciare altre asset class come l'azionario e generare rendimento superiore nel lungo periodo". "Il progresso riguarda la trasformazione digitale e l'uso dell'AI, con l'utilizzo di questi strumenti che rende l'industria più efficiente e quindi finanziariamente più solida - ha detto la presidente di Assogestioni - Mentre la longevità è qualcosa che tutti tocchiamo personalmente, creando nuovi bisogni a cui dobbiamo pensare oggi per costruire quel benessere finanziario che sarà fondamentale per affrontare la terza e quarta età".
Guardando all'industria, "il 2024 si è chiuso con numeri positivi, ma che devono essere interpretati - ha evidenziato - Ha contribuito essenzialmente la categoria dei prodotti obbligazionari, mentre si continua a registrate difficoltà su prodotti azionari e flessibili. Ancora una volta ci conferma qual è il livello di avversione al rischio dell'investitore tipo italiano. Sappiamo che la liquidità sui conti correnti è superiore a 1500 miliardi di euro e quindi abbiamo un bel lavoro da fare,
riorientando le masse già investite e portando all'investimento le masse ferme, improduttive ed erose dall'inflazione".
Da punto di vista regolamentare, "
guardiamo con grande favore alla savings and investments union (SIU), iniziativa che rifocalizza l'attenzione sul risparmio e sulla ricchezza che il risparmio rappresenta, che deve essere meglio canalizzata a sostegno dell'economia reale - ha detto Gota - Come industria non possiamo essere spettatori, ma fare delle proposte, sederci ai tavoli giusti. Una di queste azione è il recupero la retail investment strategy, che è stato un pacchetto sospeso della precedente legislatura. Aveva un obiettivo encomiabile, ma il modo in cui è stato declinato non ha trovato consenso di tutta l'industria, troppo incentrato sui costi e sulla standardizzazione".
Inoltre, "stiamo assistendo a un fenomeno di consolidamento all'interno della nostra industria, assolutamente comprensibile - ha sottolineato - La nostra è un'industria globale, ma 14 dei primi 20 player sono statunitensi e gestiscono l'80% delle mosse. Creare campioni europei potrebbe essere una buona idea. La nostra industria soffre di trend irreversibili di erosioni dei margini, con ricavi in calo pressati dalla competizione e costi in crescita con fenomeni inflattivi.
Le aggregazioni sono una medicina che la nostra industria deve prendere. Anche se forse servirebbe un po' meno frammentarietà a livello dell'UE per quanto riguarda normativa, vigilanza e mentalità".
Analizzando i vari strumenti, la presidente di Assogestioni ha detto che "il successo degli ETF è determinato dall'estrema accessibilità di questi prodotti e dalla bassa struttura di costi. Tuttavia sono mattoncini che per creare valore devono essere inseriti di prodotti a più alto valore aggiunto e servizi. La logica è quella della complementarietà con il resto dell'offerta.
ETF e mercati privati sono ai poli di un'immaginaria linea di accessibilità dei mercati e nel mezzo abbiamo i fondi comuni tradizionali, e li avremo a lungo. I fondi hanno fatto la loro fortuna nel 2024 con soluzioni di investimento, coniugando strategie di investimento e servizi (come protezione e ingresso graduale). Finché l'industria innova e mette insieme servizi a valore aggiunto con investimenti, lo strumento del fondo può avere successo".