Gas, Bankitalia: prezzo soggetto a significative fluttuazioni senza aumento offerta GNL

Pubblicato il 11/04/2025
Ultima modifica il 11/04/2025 alle ore 15:20
Teleborsa
In Europa il prezzo del gas naturale sui mercati all'ingrosso, dopo essere cresciuto gradualmente nel corso del 2024, ha segnato un brusco rialzo nelle prime settimane di quest'anno. Lo afferma la Banca d'Italia in un riquadro del suo ultimo Bollettino economico, sottolienando che il 10 febbraio esso ha sfiorato i 60 euro per megawattora, quasi il doppio rispetto alle quotazioni dell'anno precedente. I corsi sono poi scesi, portandosi a 35 euro per megawattora nelle settimane successive (un valore ancora superiore di circa il 50 per cento a quello dello stesso periodo del 2024). L'aumento dei prezzi è il risultato della combinazione di una contrazione dell'offerta e di una crescita della domanda di gas naturale.

Lo scorso anno le importazioni europee di gas naturale sono scese del 6 per cento rispetto al 2023. Dal lato dell'offerta, hanno pesato le minori forniture di gas naturale liquefatto (GNL), inferiori del 15 per cento sia per l'accresciuta domanda del mercato asiatico (in competizione con quello europeo), sia per alcuni guasti verificatisi in impianti di liquefazione statunitensi (che hanno ridotto l'offerta di GNL durante l'estate). A partire dall'autunno, il consolidarsi delle attese di un mancato rinnovo dell'accordo tra Russia e Ucraina ha spinto al rialzo i prezzi. Le forniture dalla Russia riconducibili ai transiti attraverso l'Ucraina (circa il 5 per cento del totale importato dalla UE) si sono interrotte all'inizio del 2025. Nell'ultimo inverno inoltre le consegne di gas dalla Norvegia via metanodotto sono diminuite a causa di manutenzioni più lunghe del previsto in alcuni impianti produttivi.

"La domanda è stata alimentata da fattori climatici", sottolinea Bankitalia. Dallo scorso novembre, venti deboli e scarsa disponibilità di acqua, in particolare nel Nord Ovest dell'Europa, hanno determinato cali significativi della produzione di elettricità da fonti rinnovabili, compensati da un maggiore ricorso alle centrali a gas. Anche ondate di freddo più intense rispetto agli ultimi due inverni hanno sostenuto i consumi di gas per riscaldamento. Queste variazioni nella domanda e nell'offerta hanno comportato una rapida riduzione degli stoccaggi di gas accumulati la scorsa estate. "Le scorte, per quanto in linea con i valori medi osservati nel periodo 2015-22, si collocano su livelli notevolmente inferiori a quelli gli ultimi due inverni", emerge dal report.

Dalla seconda metà di febbraio 2025, le quotazioni del gas si sono gradualmente ridotte grazie alla normalizzazione dei flussi dalla Norvegia, ai crescenti quantitativi di GNL attratti in Europa dal livello dei prezzi elevato nel confronto internazionale, nonché a fattori climatici divenuti più favorevoli. Anche i segnali di un avvio dei negoziati di pace fra Russia e Ucraina avrebbero spinto al ribasso i corsi, in vista di una possibile ripresa dei flussi di gas attraverso l'Ucraina e di maggiori esportazioni di GNL dalla Russia. All'inizio di aprile i prezzi sono ulteriormente scesi, risentendo delle più deboli prospettive della domanda globale in relazione alla guerra commerciale in corso.

Le quotazioni dei futures sul mercato TTF e le previsioni degli analisti segnalano attese fra 35 e 40 euro per megawattora per la maggior parte dell'anno in corso. L'attuale curva a termine non mostra la consueta configurazione stagionale, caratterizzata da prezzi più elevati in inverno e inferiori in estate. Le quotazioni relativamente stabili per tutto il 2025 deriverebbero dalla necessità di ricostituire gli stoccaggi durante i mesi estivi, anche al fine di raggiungere gli obiettivi formulati in sede europea (90 per cento della capacità di stoccaggio entro il 1° novembre), partendo da un livello inferiore rispetto agli ultimi due anni. Questo fattore potrebbe essere mitigato dall'introduzione di una maggiore flessibilità nel conseguimento degli obiettivi attualmente in discussione in sede europea.

"Le quotazioni del prossimo inverno sarebbero inoltre calmierate da previsioni di espansione della produzione di GNL, in particolare negli Stati Uniti. Fino a quando non si concretizzerà tale aumento nell'offerta di GNL, il prezzo del gas potrebbe essere soggetto a significative fluttuazioni", è la conclusione di Bankitalia.