Prende il via la campagna della CGIL in vista del
referendum sul lavoro e cittadinanza dell'8-9 giugno 2020.
Venerdì 11 e sabato 12 aprile presso la Camera del Lavoro di Milano e, in diretta streaming, sulla piattaforma di Collettiva, il sindacato lancerà
Futura 2025, una due giorni di proposte, condivisioni, confronti e idee sul tema della partecipazione di ogni cittadino alla vita politica.
"Il voto è la nostra rivolta" è il titolo scelto per questa edizione, per sottolineare che, in un sistema democratico, la
partecipazione è lo strumento più potente che abbiamo per
cambiare le cose. La politica non è solo quella dei partiti, ma si articola anche e soprattutto grazie alla partecipazione dal basso. Futura vuole quindi
sensibilizzare sull’importanza del referendum, come strumento di coinvolgimento per decidere insieme il domani. Parteciperanno personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, dell’informazione e della società civile, visioni diverse con l'obiettivo di porre al centro le persone.
La due giorni si aprirà
venerdì 11 aprile alle ore 10:00 con i
saluti del segretario generale della CGIL
Maurizio Landini, ai quali seguiranno
cinque tavoli tematici dedicati ai referendum di giugno. La giornata di
sabato 12 aprile vedrà l’evento arrivare in
oltre 120 piazze italiane: Torino, Roma, Napoli e Bari si collegheranno con Milano per condividere idee e lanciare le iniziative dai territori; e dall’Europa saranno in collegamento anche le piazze di
Parigi, Bruxelles e Barcellona.
Le
conclusioni finali della due giorni saranno affidate all’intervista della conduttrice del programma Le Iene Veronica Gentili al segretario generale della CGIL
Maurizio Landini.
Il programma di Futura 2025, assieme alla campagna referendaria ed al tesseramento sono stati presentati oggi a Roma, in una conferenza stampa con il segretario generale Maurizio Landini e il segretario organizzativo
Luigi Giove.
A margine dell'evento Landini ha parlato dei temi più caldi del momento, in particolare della
guerra dei dazi scatenata da Trump. "Nella storia le guerre commerciali hanno sempre portato a guerre non commerciali e, fra l'altro, siamo in un momento in cui si mettono i dazi e c'è anche una
corsa al riarmo nel mondo che non ha precedenti. E quindi credo che sia
necessario agire per superare questa logica ed è importante che
l'Europa assieme si muova in questa direzione", ha affermato il leader sindacale.
Per Landini "
l'Europa deve muoversi per negoziare con gli Stati Uniti, ma soprattutto per
non accettare la logica dei dazi, che significa non chiudersi sui singoli mercati, ma dialogare con tutti".
Fra le priorità che il governo dovrebbe affrontare, Landini ha citato anche il problema della
delocalizzazione delle imprese, della necessità di
rilanciare gli investimenti pubblici e privati e di
aumentare i salari del lavoratori. "Oggi la necessità è aumentare i salari e ridurre la precarietà, non di aumentare la spesa per le armi", ha affermato.
A proposito dei
25 miliardi messi sul piatto dal Governo Meloni per contrastare gli effetti dei dazi, il sindacalista ha rimarcato "l'incontro di ieri lo fatto solo con le imprese e con nessun altro", aggiungendo
"l'uso di risorse destinate già ad altro mi sembra un saccheggio", "non si possono dare a pioggia alle imprese
risorse che vengono sottratte ad altri progetti" del PNRR e dei fondi di Coesione.
"Penso poi che
non sia accettabile lanciare anatemi contro politiche per il cambiamento ambientale dei sistemi di produzione, perchè il cambiamento climatico, l'aumento dell'inquinamento e la necessità di cambiare i sistemi di produzione sono problemi che abbiamo di fronte".