Ue, Meloni chiede garanzie su difesa e boccia invio truppe in Ucraina

La premier a Bruxelles: "No a uso fondi di coesione, estendere articolo 5 Nato per Ucraina"
Pubblicato il 07/03/2025
Ultima modifica il 07/03/2025 alle ore 08:45
Teleborsa
Garanzie all'Ue per la difesa e il no all'invio di truppe europee in Ucraina. Queste le richieste di Roma all'Europa secondo quanto ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un breve punto stampa a margine dei lavori del Consiglio europeo informale. Sul tema degli armamenti la posizione della premier è netta: no all'uso dei fondi di coesione ed estensione dell'articolo 5 della Nato anche all'Ucraina. In questo quadro Meloni ha rilanciato l'impegno dell'Italia per un vertice Usa-Ue, anche se al momento non c'è nulla di concreto.

È stata accolta – ha annunciato Meloni – la proposta dell'Italia di "scorporare le spese difesa dal deficit-pil". Sul fronte del debito, invece, "ci sono dei rischi, stiamo pensando – ha aggiunto – a strumenti di garanzie su investimenti privati sul modello di Invest Eu".

Critiche da parte della premier a Vladimir Putin che dice di volersi prendere tutto ciò che è suo. "L'ho già sentita in una famosa serie Tv" ha ironizzato Meloni.

Intanto il piano Rearm Europe continua a scuotere la maggioranza allargando il solco che divide la Lega da Forza Italia. Le scintille tra Giancarlo Giorgetti e Antonio Tajani non possono aver fatto piacere alla premier Giorgia Meloni, impegnata, anche ieri a Bruxelles, come domenica scorsa a Londra, a trovare uno spazio di mediazione per ravvicinare l'Europa agli Usa, tutelando soprattutto il ruolo della Nato dalle diffidenze di Parigi.

Sul fronte del debito, per evitare problemi reputazionali o di sostenibilità, Meloni ha proposto agli altri leader di discutere una garanzia europea per gli investimenti nel settore della difesa, sul modello del InvestEu, erede del vecchio piano Juncker. Giancarlo Giorgetti presenterà una proposta in tal senso al prossimo Ecofin.

A Bruxelles la premier ha cercato di guadagnare tempo, in vista del prossimo Consiglio europeo del 20 quando si prenderanno impegni concreti. Ha ribadito la linea già espressa al vertice informale di Londra: non c'è difesa europea senza un pieno coinvolgimento della Nato. Una posizione distante da quella di Emanuel Macron, a favore di un ombrello atomico europeo. Roma ha invece proposto che tutti i fondi previsti siano destinati a spese ammissibili al calcolo in ambito Nato. La richiesta italiana è che la Commissione stabilisca un meccanismo di rendicontazione obiettivo, omogeneo e trasparente di questo tipo di spese. La premier è convinta che per essere più accettabile dall'opinione pubblica il piano europeo andrebbe legato a valori positivi, come gli investimenti per la cybersicurezza, per le infrastrutture, per la ricerca e lo sviluppo.

Sul fronte finanziario, l'Italia ha inoltre accolto favorevolmente la proposta tedesca di arrivare anche a una revisione organica del Patto di stabilità che, a giudizio di Roma, non dovrebbe fermarsi alle materie della difesa, ma comprendere anche altri beni pubblici europei a partire dalla competitività.