Nonostante i timori degli analisti sul rischio di uno scontro tra il
Premier britannico Keir Starmer e Donald Trump il colloquio nello Studio Ovale si è svolto in modo estremamente cordiale. Almeno in apparenza.
Starmer arriva a Washington con l'obiettivo di ottenere dal commander-in-chief rassicurazioni su un ruolo militare degli Stati Uniti per garantire la sicurezza di Kiev e delle truppe di peacekeeping europee, ma il
tycoon l
o frena sostenendo che è prematuro decidere del ruolo degli americani prima che un accordo di pace sia siglato.
Senza però chiudere completamente la porta e, rispetto alla posizione netta di qualche giorno fa, ha lasciato intendere che gli Stati Uniti un ruolo di garanzia lo avranno, non foss'altro per tutelare la loro intesa con Kiev sui minerali.
Infinte, Trump ha colto anche questa occasione per bacchettare gli alleati della Nato sulle spese per la difesa.
"Il disastro in Ucraina mostra perché è così importante che la Gran Bretagna e altri partner Nato facciano grandi investimenti nelle loro capacità di difesa, in molti casi del 4% o 5% del Pil sarebbe appropriato", ha incalzato il presidente.