Negli ospedali del
Servizio Sanitario Nazionale (SSN) si prevede un drastico cambio di scenario:
fino al 2027 continuerà la carenza di specialisti, con un deficit stimato tra le 20.000 e le 25.000 unità. Tuttavia, entro il 2032 si prospetta il fenomeno opposto, con un surplus di 60.000 medici, molti dei quali senza prospettive di impiego nel pubblico e destinati a migrare verso la sanità privata o all'estero.
Il segretario nazionale di Anaao-Assomed,
Pierino Di Silverio, avverte che l’ampliamento indiscriminato delle Facoltà di Medicina, senza affrontare le criticità del sistema sanitario, rischia di creare una generazione di medici senza sbocchi lavorativi. Il problema principale, secondo il sindacato, non è solo il numero di laureati, ma la scarsa attrattività del SSN, causata da
stipendi non competitivi, condizioni di lavoro difficili e un alto rischio di contenziosi medico-legali. A complicare il quadro è l’aumento della domanda di cure dovuto all’invecchiamento della popolazione: negli ultimi 20 anni l’età media in Italia è salita da 41,9 a 46,2 anni, con un forte incremento degli over 65 e over 80. Tuttavia, il numero di medici non è cresciuto in modo proporzionale.
Per evitare il collasso del sistema, Anaao-Assomed
propone l’immediata assunzione di giovani specialisti, l’abolizione del tetto di spesa per il personale sanitario e un adeguamento degli stipendi ai livelli europei, dove la retribuzione media per un medico oscilla tra i 145.000 e i 200.000 euro lordi all’anno, contro gli attuali 85.000 in Italia.