Tassonomia, tassa sul carbonio alle frontiere, norme sulla sostenibilità aziendale e obbligo di rendicontazione. Questi i quattro i tasselli legislativi che la
Commissione europea propone di snellire nel
primo pacchetto omnibus adottato ieri. L'obiettivo è
ridurre del 35% gli oneri amministrativi per le Pmi entro il 2029, con un
risparmio stimato di 6,3 miliardi di euro. Un'operazione che punta anche a mobilitare
50 miliardi in nuovi investimenti pubblici e privati, allineati alle priorità politiche dell'Ue.
Le
proposte della squadra di Ursula von der Leyen sono rivolte innanzitutto a tagliare i principali obblighi green per le imprese. Sul fronte della
tassonomia, l'esecutivo Ue indica che solo le aziende europee molto grandi, con oltre mille dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato annuo, siano tenute a riferire ogni anno sul loro allineamento al sistema di classificazione degli investimenti sostenibili Ue.
Quanto al
meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (Cbam), Bruxelles propone il rinvio di un anno l'inizio della vendita dei certificati Cbam, spostandolo al 2027, e propone una soglia a 50 tonnellate di prodotto per anno civile entro la quale le aziende – ad eccezione di elettricità e idrogeno – possono essere esentate dall'acquisto dei certificati di carbonio e dai vincoli del Cbam, che si applica ai settori di cemento, ferro e acciaio, alluminio, fertilizzanti.
Per quanto riguarda la
direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale, in vigore dall'estate scorsa, la semplificazione punta a esentare l'80% delle imprese dagli obblighi, che resteranno validi solo per quelle con oltre mille dipendenti. Viene inoltre posticipato di due anni, fino al 2028, il termine per presentare il report di rendicontazione per le aziende attualmente coperte dalle norme.
Anche sul fronte della
due diligence Bruxelles intende concedere alle imprese più tempo per adeguarsi, spostando di un anno, al 26 luglio 2028, l'entrata in vigore dei nuovi requisiti per le aziende più grandi, mentre anticipa al luglio 2026 l'adozione delle relative linee guida. È prevista, inoltre, una semplificazione dei requisiti di due diligence per ridurre la complessità e limitare costi inutili per le imprese coinvolte.