"Questa è una buona finanziaria. Aiuta il ceto medio con la riduzione dell'Irpef, sostiene gli stipendi più poveri, investe nella sanità. Sulle banche, è passata la linea di Fi. Non ci sono tasse sugli extra profitti ma solo un contributo, frutto di un accordo definitivamente concluso al Mef da Giorgetti, dal viceministro Leo e da me con i rappresentanti dell'Abi". È quanto afferma
Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, commentando la manovra in un'intervista a Il Messaggero.
"La sua posizione è legittima – ha detto
Tajani parlando delle proteste del
leader della Lega Matteo Salvini –
ma pacta sunt servanda".
"Nessuna tassa aggiuntiva sulle case vacanza – prosegue l'esponente di Fi –, articolo 18 da sistemare (quello sui dividendi che penalizza le imprese con una una doppia tassazione) e bisogna intervenire su Metro C di Roma, metro di Milano e linea Afragola-Napoli. Altra priorità per noi è la soluzione dei problemi legati a forze armate e di polizia".
Giovedì il sì alla riforma della Giustizia. Pronto a festeggiare? "Sarà una data storica" dice Tajani. E se poi perdete il referendum? "Lo vinceremo – prosegue
Tajani –, perché i cittadini sanno che è una riforma giusta. Ho già chiesto ai parlamentari Costa e Zanettin di cominciare a creare comitati per il Sì".
La sinistra nel
referendum vorrà dare una spallata al governo. "Se vogliono dare una spallata – afferma ancora il vicepremier –, non la danno al governo ma al popolo italiano. Intanto noi di Fi, il 21 novembre, organizzeremo eventi in tutta Italia. È il giorno in cui, nel 94, venne pubblicato l'annuncio dell'avviso di garanzia a Berlusconi prima che gli venisse notificato. L'inizio di un lunghissimo calvario. Ora siamo in un'altra fase. E vedrete che, siccome la
riforma Nordio punta ad esaltare il giudice terzo, molti elettori anche di sinistra non seguiranno la logica della spallata e voteranno secondo coscienza".
Oggi comincia la sua prima missione da ministro degli Esteri nell'Africa sub-sahariana: Mauritania, Senegal e Niger. Qual è il senso di questo viaggio? "Ha molteplici significati. In quell'area e in tutti i Paesi africani – conclude
Tajani – c'è grande richiesta d'Italia. I governi della regione ci chiedono di essere più presenti. Hanno apprezzato il Piano Mattei e il fatto che l'Italia non si comporta da potenza neo-coloniale".