Il ministro dell’Economia,
Giancarlo Giorgetti, ha chiarito in Parlamento che la
manovra economica in discussione prevede "un sostanziale contributo del settore finanziario" pari a circa
4 miliardi di euro per il 2026, ma ha precisato che "parlare di extrapro?tti sarebbe riduttivo, se non erroneo". Rispondendo durante un question time alla Camera, il ministro ha sottolineato che le misure inserite negli articoli dal 17 al 23 del disegno di legge di bilancio "convergono verso l’obiettivo unitario di assicurare un contributo volto al
risanamento dei
conti pubblici da parte di un comparto che, negli ultimi tre anni, ha fortemente beneficiato del miglioramento del rating italiano e delle politiche di sostegno al credito".
Giorgetti ha difeso la scelta del governo, spiegando che la
solidità e la
redditività del
sistema bancario italiano "sono anche il risultato delle misure di accompagnamento adottate negli ultimi anni", che hanno contribuito a rafforzare il legame tra finanza e stabilità economica del Paese. Il ministro ha ribadito che non si tratta di una misura punitiva, ma di un contributo straordinario in chiave di responsabilità condivisa per sostenere i conti pubblici e finanziare gli impegni della legge di bilancio.
La misura è al centro di un confronto serrato con l'
Associazione bancaria italiani (Abi) e con i partiti della
maggioranza, dove sono emerse posizioni differenti.
La
Lega, con Matteo Salvini, spinge per aumentare l’importo fino a sei o sette miliardi, sottolineando che gli istituti "possono permetterselo". Forza Italia, con Antonio Tajani, frena invece i toni: "Non credo si debba avere un atteggiamento punitivo".
Per Fratelli d’Italia è intervenuto
Galeazzo Bignami, che ha escluso una nuova
Robin tax e ha parlato di un possibile
compromesso: "Stiamo creando le condizioni per un co-interesse con le banche, con un’aliquota che potrebbe scendere dal 40% al 28%".