Panetta (Bankitalia): banche cooperative devono adattare strategie con innovazione e partnership

Pubblicato il 08/10/2025
Ultima modifica il 08/10/2025 alle ore 09:41
Teleborsa
La finanza cooperativa rappresenta "un modello distintivo di intermediazione" che stava mettendo già in pratica i principi di responsabilità ambientale, sociale e di governance (ESG) prima che "diventassero di uso comune". Lo ha affermato Fabio Panetta, Governatore della Banca d'Italia, alla conferenza "Cooperative Financial Institutions in the 21st Century for Global Economic and Social Development" a Roma.

Panetta ha ricordato che, solo in Europa, le banche cooperative impiegano oltre 700.000 persone e servono più di 90 milioni di soci. Sono ben rappresentate anche al di fuori dell'Europa, con circa 100 milioni di soci. Le cooperative di credito sono presenti in oltre 100 paesi, con oltre 400 milioni di soci. Nelle regioni colpite da povertà, conflitti o stress climatico, spesso rimangono gli unici fornitori di credito affidabili.

"La ricerca dimostra che i prestiti basati sulla relazione contribuiscono a regolarizzare i cicli del credito, a sostenere i clienti durante le fasi di recessione e a promuovere una crescita più equilibrata e sostenibile - ha spiegato - Lungi dall'essere meno efficienti delle banche commerciali, molte cooperative le eguagliano in termini di redditività e qualità del credito, riducendo al contempo le disuguaglianze".

Tuttavia, "il modello cooperativo non è privo di debolezze - ha detto il Governatore della Banca d'Italia - Le sue dimensioni ridotte ostacolano le economie di scala, la sua concentrazione nei mercati locali riduce la diversificazione e i suoi forti legami con la comunità possono rendere meno efficace la gestione del rischio. Nelle economie avanzate, la quota in calo delle piccole e medie imprese nella produzione totale sta riducendo la domanda di prestiti basati sulla relazione tradizionali. La crescente quota di attività immateriali nei bilanci delle aziende, come software, dati e proprietà intellettuale, complica lo screening e la gestione del rischio di credito per i piccoli istituti di credito".

In questo contesto, "le banche cooperative non possono più fare affidamento esclusivamente sui loro vantaggi storici rispetto alle banche commerciali - ha aggiunto - L'espansione dei portafogli prestiti, una strategia che un tempo sosteneva la crescita degli intermediari cooperativi, è diventata più difficile e comporta rischi maggiori. Le cooperative dovranno adattare le proprie strategie, sfruttando l'innovazione e le partnership, pur rimanendo fedeli alla loro missione fondante di servire le comunità".