"Come sta andando l'economia globale? Per farla breve: meglio di quanto temessimo ma peggio di quanto ci servirebbe". E' la sintesi della direttrice del Fondo monetario internazionale
, Kristalina Georgieva, nelle sue dichiarazioni introduttive a una conferenza stampa di presentazione delle assemblee autunnali, che si svolgeranno la settimana prossima assieme alla Banca mondiale a Washington. Sempre la prossima settimana il Fmi pubblicherà un aggiornamento del suo Word Economic Outlook.
"Spiegherà che vediamo la crescita globale rallentare solo leggermente quest'anno e il prossimo - ha detto -. Tutti gli indicatori puntano a un'economia globale che ha generalmente resistito alle sollecitazioni acute derivanti da shock multipli". Secondo il Fmi, questa tenuta è dipesa da quattro distinti elementi. Primo, il miglioramento dei fondamentali sulle politiche economiche, tra cui la cooperazione tra Paesi e in particolare quelli emergenti. Secondo, l'adattabilità del settore privato alle sfide. Terzo, dei livelli di dazi commerciali meno pesanti di quanto si temesse, "almeno per ora", ha puntualizzato Goeogieva. Quarto elemento delle condizioni finanziarie che continuano ad aiutare, anche in questo caso sempre che persistano. "Ma prima che qualcuno tiri un sospiro di sollievo, lasciatemi chiarire un punto: la resilienza globale non è stata ancora messa pienamente alla prova. E ci sono segnali allarmanti che il vero test possa dover ancora arrivare - ha detto -. Guardate ad esempio anche solo alla crescita globale della domanda di oro. Sospinta da acquisti in etica in parte riflettono fattori geopolitici. Le riserve monetarie di oro ora eccedono un quinto delle riserve mondiali". E sui dazi "il pieno effetto deve ancora farsi sentire. Negli Usa la compressione sui margini delle imprese" potrebbe implicare maggiori trasferimenti in futuro sui prezzi al consumo "con ricadute per la politica monetaria e la crescita". E "altrove - ha proseguito la direttrice del Fmi - un'ondata di beni dirottati che precedentemente erano previsti per gli Usa potrebbe innescare una seconda ondata di rappresaglie sui dazi". Il commercio internazionale è riuscito a continuare a fluire in questa situazione complessa. Georgieva ha lanciato un appello ai policy maker del mondo, al affinché
mantengano aperti gli scambi e preservi "il commercio come un motore di crescita economica"Sui dazi commerciali "il mondo ha evitato una deriva dell'occhio per occhio che sfociasse in una guerra commerciale, finora. Ma il sistema di scambi ha subito un duro colpo. E la partita non è conclusa: i dazi Usa continuano a cambiare e se gli accordi con Gran Bretagna, Unione Europea, Giappone e, presto, Corea del sud ne anno ridotto alcuni, altre dispute come quella con il Brasile e con l'India li hanno fatti salire", ha detto Georgieva. Secondo i calcoli del Fmi, i dazi Usa sono calati dal 23% a cui si attestavano in media ad aprile al 17,5% al momento attuale. Comunque "molto più alti di quanto fossero prima", ha sottolineato