Extraprofitti, Meloni: "Nessun intento punitivo ma banche possono dare una mano"

Pubblicato il 08/10/2025
Ultima modifica il 08/10/2025 alle ore 09:16
Teleborsa
"Non ho intenti punitivi verso il sistema bancario, che è un asset della nazione. Confido si possa trovare soluzione anche quest'anno, perché c'è chi ha potuto contare su uno scenario migliore, anche generato da quello che la politica ha fatto. Ci invece sono degli italiani che però ancora vanno messi in sicurezza, e penso che si possa chiedere una mano, alle banche come l'anno scorso". Parlando ieri sera a Porta a porta, la premier Giorgia Meloni, non ha escluso un possibile intervento sulle banche in manovra. Un contributo agli istituti finanziari, non punitivo ma necessario per finanziare l'annunciato taglio dell'Irpef destinato ai redditi fino a 50mila euro.

La sostanziale tenuta dei conti pubblici, ribadita nel Dpfp e alla base della prossima manovra, permette di avere spazio per il taglio dell'Irpef e per la pace fiscale, il cui costo – ha spiegato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti – è spalmato nel tempo e viene man mano recuperato.

Non la pensa così la Corte dei Conti. I magistrati contabili fanno notare che vi sono "spazi molto stretti" per misure espansive, compresa la riduzione della pressione fiscale sul ceto medio, il sostegno agli investimenti e agli incentivi chiesti dalle imprese e la salvaguardia nel tempo della spesa sanitaria. Le misure vanno attentamente selezionate e va data priorità alla crescita.

Osservazioni si sommano a quelle dell'Istat: per centrare l'obiettivo della crescita allo 0,5% quest'anno non basta "un andamento flat", cioè che nella seconda parte dell'anno il Pil rimanga invariato. Nel semestre in corso serve una spinta di almeno 0,2 punti percentuali, spiegano i tecnici dell'Istituto.