Legge di bilancio, si apre la stagione delle ipotesi: si va verso una manovra da 30 miliardi

Ceto medio, Irpef, cartelle esattoriali e detassazione di premi, straordinari e tredicesime: al via il dibattito nella maggioranza.
Pubblicato il 11/09/2025
Ultima modifica il 11/09/2025 alle ore 08:52
Teleborsa
La prossima legge di bilancio si presenta come un cantiere ancora alle prime fasi, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che nei giorni scorsi da Cernobbio ha paragonato la stagione di agosto e settembre a un vero e proprio "calciomercato delle manovre". L’ipotesi di riferimento resta quella di una manovra da circa 30 miliardi, sulla scia dell’anno scorso, ma le coperture finanziarie restano la variabile più complessa da risolvere.

Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Agi, la Ragioneria dello Stato non avrebbe ancora individuato risorse sufficienti per rispondere né alle richieste della sanità (circa 4 miliardi), né per l’ipotesi di riduzione dell’Irpef dal 35% al 33% sui redditi fino a 60mila euro, che ne richiederebbe altri quattro. Quest’ultima proposta, rilanciata da Forza Italia ma già più volte evocata anche da Fratelli d’Italia, appare tra le priorità della premier Giorgia Meloni, dopo che le ultime due manovre si sono concentrate sul taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi. Sul fronte opposto, la Lega spinge per una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, con una rateizzazione in 120 tranche decennali. La versione ridotta del provvedimento costerebbe almeno 2 miliardi, ma fonti di FdI frenano: la Corte dei Conti ha già segnalato come solo il 17,7% delle somme accertate in materia di evasione fiscale venga effettivamente riscosso.

Forza Italia, intanto, sta preparando un percorso di condivisione con Abi, Confindustria e sindacati. Oltre alla riduzione dell’Irpef, il partito azzurro propone la detassazione di premi, straordinari e tredicesime, oltre a misure mirate per salari bassi e incentivi agli investimenti. La Lega, dal canto suo, continua a insistere su flat tax al 15%, federalismo fiscale e pace fiscale definitiva, con coperture affidate alla lotta all’evasione e a un maggiore contributo delle grandi realtà finanziarie.

Le entrate tributarie potrebbero beneficiare dei minori costi di indebitamento: secondo Bloomberg ci sarebbero fino a 13 miliardi di margine fiscale aggiuntivo. Un quadro che ha rafforzato la percezione di stabilità, con lo spread attestato attorno agli 85 punti e alcune agenzie di rating pronte a rivedere al rialzo il giudizio sull’Italia.

Giorgetti, intervenuto più volte sul tema, ha comunque ribadito che non ci sarà bisogno di una manovra correttiva, nonostante il rallentamento dell’economia (con crescita stimata allo 0,6%) e la pressione aggiuntiva delle spese militari legate all’escalation in Ucraina. L’obiettivo del governo resta quello di coniugare prudenza e crescita, mantenendo i conti sotto controllo ma aprendo spazi di manovra per sostenere famiglie e imprese. Sul tavolo restano anche i nodi previdenziali, con la possibilità di sterilizzare l’aumento di tre mesi dell’età pensionabile, e le spese per la difesa, destinate a crescere fino al 2% del Pil in linea con gli impegni Nato. Una sfida che potrebbe influenzare pesantemente gli equilibri della manovra.

Il percorso legislativo prenderà forma nelle prossime settimane, con la definizione del nuovo Documento programmatico di finanza pubblica, che sostituirà la Nadef e sarà presentato a inizio ottobre.