Secondo i dati raccolti da
Prometeia, a luglio la
produzione industriale italiana è aumentata dello 0.4% rispetto a giugno, contro una previsione della stessa società di consulenza di un -0.2%. L’
acquisito per il
terzo trimestre è lievemente positivo (un modesto 0.3%) ma consolida i segnali di tenuta dell’attività industriale nel 2025, in moderata ripresa già nel primo semestre dell’anno dopo due anni ininterrotti di caduta.
"Va ricordato come tale ripresa sia tuttavia di lieve entità e, per diversi settori, risulti piuttosto un’interruzione del lungo sentiero di discesa che ha caratterizzato l’attività nel recente passato – fa notare Prometeia –. Fra i
settori che hanno guidato questo timido cambio di rotta vi sono quelli
energetico (anche se in forte caduta a luglio),
alimentare e
farmaceutico; da contraltare fanno invece il
settore automobilistico e quello dell’
abbigliamento".
"Nei
principali paesi europei, in luglio, la
componente manifatturiera si è contratta in
Francia (-1.6%) e
Spagna (-0.7%), mentre in
Germania vi è stato un rimbalzo del 2.2%. Gli andamenti mensili della produzione, caratterizzati da una volatilità superiore al consueto, stanno certamente risentendo dell’instabilità derivante dai dazi che ha spinto ad anticipare le vendite sul mercato statunitense. Tuttavia, l’incertezza che ancora domina lo scenario non può che riflettersi sulle aspettative delle imprese", prosegue la società di consulenza.
Secondo le rilevazioni di Prometeia ad agosto il
clima di fiducia delle imprese manifatturiere italiane, nonostante un lieve ripiegamento su luglio, è superiore dell’1% alla media della prima parte dell’anno: le attese di produzione sugli ordini e sulla situazione dell’economia sono tutte in miglioramento rispetto al secondo trimestre e suggerirebbero un contesto congiunturale in progressivo, sia pur lento, rafforzamento.
"Il nostro
indicatore settimanale WEIP dopo la caduta di aprile e il successivo recupero, si è stabilizzato fra luglio e agosto. Il valore medio delle settimane estive è superiore a quello dei mesi precedenti, fornendo l’indicazione di come la frenata del PIL nel secondo trimestre possa essere stata di natura temporanea", spiega Prometeia. In sintesi, l’Italia in maggio ha registrato un livello di attività industriale inferiore ai valori precedenti l’inizio della pandemia (-4%). Tale valore è peggiore di quello spagnolo ma migliore di quello francese e tedesco, inferiori rispettivamente di 2, 5 e 11 punti percentuali rispetto a febbraio 2020.
L’
indice della diffusione della crescita della produzione industriale, infine, denota un miglioramento per l’Italia: il 52% dei settori manifatturieri risulta in espansione (erano il 36% in giugno) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel complesso l’attività industriale è risultata superiore dello 0.7% rispetto al valore di luglio 2024.
(Foto: Clayton Cardinalli su Unsplash)