Il presidente di
Stellantis e
Ferrari,
John Elkann, ha definito la
vertenza fiscale sull’eredità della
famiglia Agnelli con un versamento da 183 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate, cifra corrisposta insieme ai fratelli Lapo e Ginevra. Contestualmente Elkann ha patteggiato la
pena di un anno di servizi socialmente utili: ha infatti raggiunto un accordo con la procura di Torino ottenendo la "messa in prova" ed evitando così un eventuale processo per presunta
evasione fiscale e
frode ai danni dello Stato.
Secondo la procura di Torino, che ha espresso parere favorevole al patteggiamento – ora in attesa della ratifica di un giudice – il procedimento riguardava i
contratti di cessione della nuda proprietà delle quote della "
Dicembre società semplice", cassaforte del patrimonio Agnelli, da Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, ai tre nipoti. Le indagini ipotizzavano una residenza estera "fittizia" della Caracciolo con l’obiettivo di sottrarre il patrimonio alle norme fiscali italiane.
Il
patteggiamento, previsto dalla normativa italiana, non equivale a un’ammissione di colpa, ma segna un passaggio rilevante nella complessa vicenda ereditaria della dinastia Agnelli, con ricadute che intrecciano aspetti fiscali, giudiziari e societari.
Per
Lapo e
Ginevra Elkann, anch’essi indagati, la procura ha chiesto l’
archiviazione. I fratelli hanno sempre sostenuto la piena legittimità degli atti relativi alla Dicembre, ribadendo che l’assetto della società riflette le volontà di Gianni e Marella Agnelli.
Parallelamente resta aperto un fronte civile a Torino, dove
Margherita Agnelli, figlia dell’Avvocato, contesta gli accordi successori firmati dopo la morte del padre. Avendo ereditato
1,2 miliardi di euro, Margherita punta a rivedere la distribuzione patrimoniale a favore degli altri cinque figli avuti dal secondo matrimonio, in contrasto con i tre fratelli guidati da John Elkann.