Nel 2023 solo 13 Regioni rispettano gli standard essenziali di cura. Puglia, Campania e Sardegna le uniche promosse al Sud. Peggiorano le performance in 8 Regioni rispetto al 2022. È questo il quadro relativo all'erogazione in Italia nel 2023 dei
Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) – ovvero le prestazioni sanitarie che tutte le Regioni e Province Autonome devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket – secondo l'ultima
analisi della Fondazione Gimbe sulla base dei dati della Relazione 2023 "Monitoraggio dei Lea attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia" pubblicata lo scorso 6 agosto dal
ministero della Salute, dopo una prima anticipazione dei risultati lo scorso febbraio. "Si tratta a tutti gli effetti della pagella ufficiale per valutare i servizi sanitari regionali – afferma
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – che promuove le Regioni adempienti e identifica le criticità in quelle inadempienti".
Adempimenti LEA 2023 – Nel 2023
solo 13 Regioni risultano adempienti ai LEA, un numero identico a quello del 2022: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. In particolare, dal 2022 al 2023 Campania e Sardegna salgono tra le Regioni adempienti, mentre Basilicata e Liguria retrocedono a inadempienti per il mancato raggiungimento della soglia minima in un'area. Rimangono inadempienti per insufficienza in una sola area Calabria, Molise e Provincia Autonoma di Bolzano, mentre Abruzzo, Sicilia e Valle d'Aosta non raggiungono la soglia in due aree. "Nel 2023 – commenta
Cartabellotta – il divario Nord-Sud rimane molto netto: su 13 Regioni promosse, solo tre appartengono al Mezzogiorno. La Puglia ha registrato punteggi simili a quelli di alcune Regioni del Nord, mentre Campania e Sardegna si collocano poco al di sopra della sufficienza".
Variazioni 2022-2023 – Le differenze tra gli adempimenti LEA 2022 e 2023 sono state analizzate valutando i punteggi totali delle Regioni e le performance nazionali nei tre macro-livelli assistenziali. Nel 2023, 8 Regioni hanno registrato un peggioramento rispetto all'anno precedente, seppure con gap di entità molto variabile: a perdere almeno 10 punti sono Lazio (-10), Sicilia (-11), Lombardia (-14) e Basilicata (-19). "La riduzione delle performance anche in Regioni storicamente solide – commenta
Cartabellotta – dimostra che la tenuta del SSN non è più garantita nemmeno nei territori con maggiore disponibilità di risorse o reputazione sanitaria. È un campanello d'allarme che non può essere ignorato". Sul fronte opposto, due Regioni del Mezzogiorno mostrano un netto miglioramento: Calabria (+41) e Sardegna (+26).
"Il monitoraggio LEA 2023 – conclude
Cartabellotta – certifica ancora una volta che la tutela della salute dipende in larga misura dalla Regione di residenza e che la frattura tra il Nord e il Sud del Paese non accenna a ridursi. Anzi, è più ampia di quanto i numeri lascino intendere: infatti, il set di indicatori NSG CORE, pur rappresentando la pagella ufficiale con cui lo Stato misura l'erogazione dei LEA, non riflette in maniera accurata la qualità dell'assistenza. Si tratta più di uno strumento di political agreement tra Governo e Regioni, basato su pochi indicatori e soglie di promozione troppo basse, che tendono ad appiattire le differenze tra Regioni. Per questo la Fondazione GIMBE chiede un ampliamento del numero di indicatori e una rotazione periodica di quelli utilizzati nella pagella ministeriale. E invoca una radicale revisione di Piani di rientro e commissariamenti: strumenti che hanno indubbiamente contribuito a riequilibrare i bilanci regionali, ma che hanno inciso poco sulla qualità dell'assistenza e sulla riduzione dei divari tra Nord e Sud del Paese".
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