"Apprezziamo innanzitutto il metodo adottato dal ministero dell'Economia e delle finanze. La consultazione pubblica ci ha consentito di dire la nostra a proposito di un tema delicato e importante per molte imprese della vendita diretta, che grazie a dilazioni di pagamento personalizzate permettono ai consumatori di accedere a beni durevoli senza costi e ulteriori gravami, ma al tempo stesso senza subire indagini patrimoniali da parte delle aziende che si accollano tutto il rischio di credito". Lo dice
Ciro Sinatra, presidente di Univendita-Confcommercio, la principale associazione della vendita diretta in Italia che ha partecipato alla consultazione pubblica del Mef in vista del recepimento con decreto legislativo della direttiva 2023/2225 (ccd2) che riforma le regole del credito al consumo.
"Apprezziamo l'impianto delle norme che consentono di concludere contratti di credito con il consumatore non solo ai finanziatori, ma anche ai fornitori di beni o prestatori di servizi, come le imprese associate a Univendita, che concedono dilazioni a titolo gratuito. Tuttavia – prosegue
Sinatra – permanendo nella bozza di decreto legislativo alcuni aspetti non adeguatamente chiariti che potrebbero dar vita a dubbi interpretativi e quindi a involontarie condotte difformi, abbiamo inteso dare il nostro contributo suggerendo l'inserimento nel Testo unico bancario (Tub) della definizione di creditore come espressa dalla direttiva che ci accingiamo a recepire, o quantomeno di quella di fornitore di beni o prestatore di servizi, entrambe assenti nel Tub attualmente in vigore. O che almeno – conclude il
presidente Univendita – il ministero possa emanare un atto ricognitorio che serva a precisare i vincoli per i creditori che offrono dilazioni a titolo accessorio senza interessi o sanzioni".