La
domanda di dati e di potenza di calcolo cresce in modo esponenziale, spinta dall’
intelligenza artificiale, dal cloud e dall’Internet of Things. I
data center sono infrastrutture
sempre più strategiche per la competitività e la sicurezza del Paese, ma il loro sviluppo richiede un
cambio di paradigma: da consumatori di energia devono diventare protagonisti di un nuovo modello industriale capace di generare efficienza, occupazione e rigenerazione urbana. Possono infatti
contribuire a decarbonizzare le città, favorendo la
riduzione del 5% delle emissioni del settore residenziale; dare ulteriore impulso alle rinnovabili, attraverso contratti a lungo termine; accelerare il recupero di aree dismesse. Azioni che – nello scenario di massimo sviluppo –
potrebbero evitare l’emissione di circa 6 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, pari a quelle generate da 1,7 milioni di cittadini.
È ciò che emerge dal
Position Paper "L’Italia dei data center. Energia, efficienza, sostenibilità per la transizione digitale" realizzato da T
EHA Group in collaborazione con A2A, presentato oggi, nell’ambito della
51ma edizione del Forum di Cernobbio, da
Roberto Tasca, Presidente di A2A, Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A e Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Board Member di TEHA Group.
Uno Studio completo e dettagliato sul ruolo strategico - economico e sociale - dei data center, che analizza la
situazione attuale del settore sia a livello globale sia in Italia, e stima le proiezioni di sviluppo futuro. Il Rapporto ha identificato le leve fondamentali per accrescere l’efficienza di queste infrastrutture, generando benefici sistemici tangibili per la collettività.
"I data center stanno diventando infrastrutture strategiche fondamentali,
pilastri della nuova società digitale indispensabili per garantire i nostri gesti quotidiani – ha commentato
Roberto Tasca, Presidente di A2A -. Guidare il loro sviluppo in modo consapevole significa integrare queste strutture nel tessuto del Paese, accompagnandole con soluzioni tecnologiche adeguate e rinnovabili, con un impatto positivo sulla sostenibilità:
si potrebbero risparmiare circa 4 milioni di tonnellate di CO2 all’anno".
"Nel
2024 sono stati censiti oltre 10 mila data center a livello mondiale, di cui più di 2.200 in Europa e 168 in Italia, con
Milano e la Lombardia che si posizionano tra le aree emergenti a livello europeo. Oggi oltre la metà delle richieste di connessione alla rete elettrica nazionale risulta concentrata in questa regione. Per questo
A2A può contribuire con le sue infrastrutture e il suo know how alla crescita equilibrata di questi hub digitali. Integrare rinnovabili, efficienza e modelli circolari vuol dire trasformare una necessità tecnologica in un’opportunità sociale, economica e ambientale". "Per soddisfare la domanda attuale - prosegue Tasca -
si stima un investimento di circa 30 miliardi di euro, infrastrutture incluse, sostenibili grazie a un quadro regolamentare chiaro e tempi certi per i progetti.
Governare con lungimiranza questa transizione significa rendere le città più green e garantire che la digitalizzazione diventi una risorsa condivisa e non un’ipoteca sul futuro delle nuove generazioni".
"I numeri individuati dal report indicano che
lo sviluppo dei data center in Italia potrebbe contribuire alla crescita del PIL nazionale al 2035 del 6% - con la creazione di 77 mila posti di lavoro - fino ad arrivare, in uno scenario full potential, al 15% con 150 mila nuovi occupati. Si tratta di un’occasione unica per un Paese che vuole rafforzare la propria competitività digitale ed economica – ha aggiunto
Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A -. Queste infrastrutture impatteranno considerevolmente sulla richiesta di energia ma, grazie alle nuove centrali termoelettriche a ciclo combinato di ultima generazione realizzate per garantire stabilità alla rete e alla forte crescita delle rinnovabili,
il mix energetico italiano è già oggi in grado di sostenere la produzione necessaria. La vera svolta è però che questi hub digitali, se ben integrati, possono anche dare un valido contributo alla decarbonizzazione delle città: recuperando il calore generato è possibile fornire energia termica a oltre 800mila famiglie grazie alle reti di teleriscaldamento, come già facciamo a Brescia e come presto faremo a Milano. Vogliamo contribuire a creare un modello di innovazione e sostenibilità, attraverso una simbiosi mutualistica tra i player che sviluppano data center e gli operatori del nostro ambito industriale per vincere la sfida del digitale, ormai inarrestabile".
"Lo sviluppo dei data center rappresenta una
leva fondamentale per la crescita economica dell'Italia. Nel 2024, la Data Economy ha generato per il Paese un valore di 60,6 miliardi di euro, pari al 2,8% del PIL nazionale. Nei prossimi 10 anni, nel nostro Paese, il numero di dispositivi IoT e la domanda di servizi cloud sono attesi triplicare, mentre il traffico dati più che raddoppierà. Con queste dinamiche e in ipotesi di allineamento dell'Italia ai livelli dei Paesi più avanzati nel mondo nell’ecosistema digitale,
il valore della Data Economy potrà superare i 200 miliardi di euro al 2030. - ha commentato
Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Board Member di TEHA. "I data center sono infrastrutture abilitanti per la crescita digitale. L’Unione Europea, dopo gli Stati Uniti, sono l’area che ne ospita di più e l’Italia si conferma tra le destinazioni più interessanti per le nuove localizzazioni di queste infrastrutture: solo tra febbraio e agosto di quest’anno sono state presentate 67 richieste di connessione per una capacità totale di 15 GW, un valore del 60% superiore alla capacità delle richieste presentate nel quinquennio 2019-2023 (9,1GW). Gli scenari di sviluppo che abbiamo elaborato nello studio indicano che la potenza energetica nominale dei datacenter potrà crescere di quasi 9 volte. Per garantire uno sviluppo sistemico dei datacenter, garantendo il pieno dispiegamento del loro valore per il Paese,
è indispensabile una pianificazione strategica integrata che eviti il rischio di replicare modelli di crescita incontrollata con criticità energetiche e infrastrutturali".