La strategia del governo Meloni per far quadrare le spese per il
Ponte sullo Stretto di Messina è stata bocciata dagli Stati Uniti. "Gli Usa – ha detto l'
ambasciatore Usa alla Nato Matthew Whitaker in un'intervista citata da Bloomberg – non approvano contabilità creative degli alleati Ue per centrare l'obiettivo di spesa Nato. Parole che, scrive Bloomberg, mettono "in guardia l'Italia mentre il governo valuta se conteggiare il ponte sullo Stretto come spesa militare".
"Ho avuto conversazioni anche oggi con alcuni Paesi che stanno adottando una visione molto ampia della spesa per la difesa" ed è "molto importante" che l'obiettivo del 5% si riferisca specificamente alla difesa e alle spese correlate e che l'impegno sia "assunto con fermezza". Seguo con molta attenzione", ha aggiunto
Whitaker. "Decideranno i ministri del Tesoro, Giancarlo Giorgetti e quello della Difesa, Guido Crosetto, se il Ponte sullo Stretto di Messina rientrerà nelle opere di tipo strategico-militare – aveva detto un mese fa il
ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini dopo l'ok del Cipess al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina –. Che possa avere un 'dual use' anche per motivi di sicurezza è evidente - ha detto Salvini -. Non entro nel campo di lavoro dei colleghi Giorgetti e Crosetto. Saranno loro a decidere cosa rientra in quell'aumento di spese militari".
Ma oggi, il
MIT ha smentito questa eventualità con una nota, precisando che il
Ponte "è già interamente finanziato con risorse statali e non sono previsti fondi destinati alla Difesa. Al momento, l’eventuale
utilizzo di risorse NATO non è all’ordine del giorno e - soprattutto - non è una necessità irrinunciabile. L’opera non è in discussione".