Dopo le prime raccolte di metà agosto nei vigneti del Trentino, del Friuli e dell'Oltrepò Pavese, la
vendemmia 2025 è ufficialmente iniziata anche nei poderi di
Masi Agricola nelle Venezie e in Toscana. La società, quotata su Euronext Growth Milan e tra i leader italiani nella produzione di vini premium, parla di "un'
annata che, pur segnata da alcune bizzarrie climatiche, si presenta promettente, con uve sane, maturazioni regolari e ottime premesse qualitative, in particolare nei vigneti collinari e storicamente vocati".
Le note del Gruppo Tecnico Masi confermano anche quest'anno un
andamento climatico complesso e articolato: dopo un mese di giugno caratterizzato da alte temperature - con picchi oltre i 37°C - luglio ha portato con sé temporali intensi e grandinate localizzate in alcune zone del Nord Est. Tuttavia, gli effetti sulla qualità complessiva delle uve sono rimasti contenuti grazie a un'attenta gestione agronomica.
A livello generale, il calendario vendemmiale prevede qualche giorno di ritardo rispetto al 2024 riportandosi peraltro in linea con le annate della decade. La
produzione appare "nel complesso più stabile rispetto al 2024 e qualità e quantità delle uve risultano positive", viene sottolineato.
"Anche nel 2025 registriamo
anomalie da cambiamento climatico: condizioni sempre più imprevedibili che mettono alla prova i vigneti, anche se per fortuna quest'anno mediamente non hanno inciso negativamente nei nostri areali - commenta il
presidente Sandro Boscaini - Ma è proprio in queste situazioni che i territori storici, come la Valpolicella Classica, dimostrano tutto il loro valore, grazie alla sinergia tra suolo, vitigni autoctoni e pratiche tradizionali".
"Oggi, però, la sfida non riguarda più soltanto l'aspetto agronomico - ha aggiunto - Il
mercato rimane fragile e selettivo a causa di incertezze geopolitiche, dazi penalizzanti, normative restrittive e politiche sul consumo di alcol che rischiano di compromettere il valore culturale ed economico del vino. In questo contesto complesso, disporre di un prodotto eccellente non è più sufficiente. Occorre trasformare questa eccellenza in valore concreto attraverso una visione strategica chiara, una coesione forte tra produttori e una comunicazione efficace che sappia raccontare e difendere il patrimonio unico del nostro vino. Solo così potremo superare le sfide attuali e garantire un futuro sostenibile al settore".