Il Codacons attacca e critica l’uso strumentale che la politica – di entrambi gli schieramenti – "sta facendo della questione dei lidi vuoti, tirando l’acqua al proprio mulino in termini elettorali invece di concentrare l’attenzione sulla vera emergenza: l’impoverimento, progressivo ma ormai grave, degli italiani".
Da giorni - si legge nella nota dell'Associazione - "
va avanti una querelle surreale, con dichiarazioni contrapposte e persino il governo che rivendica il “successo” della stagione estiva. Ma la realtà è evidente a tutti: dopo anni di bollette impazzite, prezzi alle stelle e salassi quotidiani,
le famiglie hanno visto erodere il proprio potere d’acquisto e sono costrette a rivedere il proprio modello di vacanza"."Come dimostrano i dati, sempre più italiani rinunciano alle ferie o le frammentano in brevi soggiorni, ripiegando su seconde case, ospitalità di parenti e amici o vacanze “mordi e fuggi”. Qualcuno accoglie con favore questa trasformazione, considerandola innocua e “normale”, ma è impossibile ignorare la sofferenza economica che colpisce la cittadinanza e quello che una volta era noto come “ceto medio”. Ed è palese, al contempo, che non si tratti di una rivoluzione “volontaria” nei gusti e nelle abitudini dei cittadini – come qualcuno prova a sostenere - ma dell’esito obbligato di un processo di impoverimento ormai innegabile (e forse inarrestabile)".
“Le spiagge vuote” – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – “non rappresentano il segnale di un cambiamento fisiologico delle abitudini di vacanza, ma la fotografia di un Paese in cui una parte consistente della popolazione non può più permettersi una settimana in riva al mare. Continuare a negare l’evidenza significa non voler affrontare il problema da parte di chi lo ha creato, ovvero la politica, da anni sorda a ogni richiesta di intervento sull’inflazione e sul costo della vita”.