Il Ferragosto 2025 segna un’ulteriore battuta d’arresto per il turismo italiano. Secondo le previsioni dell’Osservatorio Turismo di Confcommercio in collaborazione con Swg, quest’anno saranno appena 12 milioni i cittadini in vacanza nel periodo clou dell’estate, un milione in meno rispetto ai 13 milioni registrati nel 2024, confermando la crisi profonda che sta colpendo il settore e l’impoverimento del ceto medio.
Una riduzione che – sottolinea il Codacons – è figlia di anni di rincari senza sosta, dall’energia ai generi alimentari, fino ai prezzi astronomici delle località balneari e delle strutture ricettive. Il risultato? Le famiglie tendono ormai a rinunciare alle tradizionali ferie in albergo o agriturismo e si affidano a seconde case di proprietà o all’ospitalità di amici e parenti. Una soluzione di ripiego che, se da un lato permette di risparmiare, dall’altro rappresenta un segnale allarmante per l’economia del turismo.
Le mete più scelte restano mare, montagna e piccoli borghi, con Puglia, Calabria, Trentino Alto Adige e Sicilia in testa alle preferenze per chi resta in Italia, mentre Spagna, Grecia e Francia guidano la classifica per l’estero. Ma il calo dei viaggiatori si tradurrà inevitabilmente in un minor giro d’affari per alberghi, ristoranti e attività commerciali, aggravando ulteriormente le difficoltà di un comparto che, senza interventi urgenti, rischia di non riprendersi.
“Le previsioni relative al Ferragosto di quest’anno” – dichiara Carlo Rienzi, presidente del Codacons – “rappresentano l’ennesima conferma che il turismo interno non è immune alla crisi. L’Italia non può permettersi un Ferragosto ‘a ranghi ridotti’ e
il governo deve intervenire per rendere le vacanze accessibili a tutte le fasce della popolazione, evitando che diventino un privilegio per pochi”.