Società di capitali, positiva la dinamica del fatturato: +4,8% nel 2024 e + 5,4% nel 2025

Le stime dell'Osservatorio Bilanci della Fondazione nazionale dei commercialisti. Nel 2023 migliorati i conti delle società: è cresciuto il grado di patrimonializzazione e si è ridotto l'indebitamento. Unico dato in controtendenza l'aumento dei debiti tributari
Pubblicato il 01/08/2025
Ultima modifica il 01/08/2025 alle ore 12:00
Teleborsa
Il fatturato delle società di capitali, che rappresenta il 75% del fatturato totale delle imprese italiane, nel 2025 crescerà ad un ritmo leggermente superiore a quello stimato per il 2024. In particolare, dopo il +3,2% del 2023, nel 2024 il fatturato crescerà del 4,8% per poi salire a un +5,4% nel 2025, mentre la crescita reale, cioè al netto dell'inflazione, sarà positiva e pari a +3,8% per il biennio 2024-2025. La crescita a doppia cifra del biennio post-covid (+25,5% nel 2021 e +26,1% nel 2022) è servita a recuperare i livelli precedenti alla pandemia ed è ormai incorporata nei trend attuali. Sono queste le stime della Fondazione nazionale dei commercialisti contenute nell'Osservatorio bilanci delle società di capitali, pubblicato oggi. Le stime non tengono conto dell'effetto dei dazi Usa che attualmente si stima possa comportare - nel caso di dazi al 15% - una perdita di 22,5 miliardi di fatturato, circa lo 0,5% del fatturato totale delle imprese italiane.

Il quadro definitivo che emerge dai bilanci 2023 di quasi 600 mila società di capitali con fatturato compreso tra 100 mila e un miliardo di euro, nonostante il forte rallentamento nella crescita del fatturato successivo al boom degli anni post-Covid, dovuto all'effetto statistico tipico che si verifica dopo un rimbalzo spropositato, è particolarmente positivo. Le società che chiudono il bilancio in utile sono aumentate in maniera significativa passando dall'83,8% all'85%, mentre il grado di patrimonializzazione è salito dal 43,9% al 45,4%. La variazione del Margine operativo lordo (Mol) è stata più contenuta rispetto agli anni precedenti, ma, comunque, ha fatto registrare un +8,9%.

Viene segnalato un incremento significativo degli oneri finanziari, che, in rapporto al fatturato passano dallo 0,9 all'1,5% e sul Mol passano dall'11,5 al 16,5%. Invece, mentre i debiti totali risultano quasi stazionari, il grado di indebitamento si è ridotto, passando dal 49,6 al 48,5%. Crescono i debiti tributari. In particolare, sono cresciuti del 6,6%, sintesi di una crescita del 4,9% dei debiti tributari entro l'esercizio e del 21% dei debiti tributari oltre l'esercizio.

Sul piano territoriale, è interessante osservare come nel Sud i ricavi, nel 2023, siano aumentati in misura nettamente superiore alle altre aree del Paese e specialmente al Nord. Nelle aree settentrionali, infatti, la crescita dei ricavi è stata piuttosto contenuta (+1,6% nel Nord-ovest e +2,2% nel Nord-est), mentre nel Centro è stata di poco superiore alla media nazionale (+4,1%) e nel Sud è stata più del doppio di quella nazionale (+8,8%).

Altro dato da segnalare riguarda la quota di società in utile. Questa, infatti, tende ad essere più elevata nelle società di media dimensione (91,4% per le società con fatturato tra 5 e 20 milioni di euro e 90,8% per quelle con fatturato tra 20 e 50 milioni di euro), mentre risulta significativamente più bassa per le società più piccole (quelle con fatturato tra 100 mila e 5 milioni di euro sono in utile per l'84,2%). Le società più grandi presentano una percentuale più elevata (88,8%) ma, comunque, inferiore a quelle medie. Per contro, il grado di patrimonializzazione tende ad essere più elevato per le società più piccole (48,6% rispetto ad una media generale del 45,4%) che, quindi, presentano il grado di indebitamento più basso (45,3% rispetto alla media generale del 48,5%).

Uno sguardo settoriale mostra dinamiche molto differenziate per quanto riguarda l'andamento dei ricavi. I settori con segno negativo sono quattro: industria estrattiva (-20,4%), energia, acqua e rifiuti (-19,4%), trasporti e logistica (-2,4%) e industria manifatturiera (-0,7%). Tra i settori con segno positivo si distinguono le costruzioni (+21,2%), arte e cultura (+20%), sport (+21,5%), ristoranti e alberghi (+16,9%). Questi andamenti dimostrano che i settori più colpiti dalla crisi covid sono quelli che hanno una fase di recupero più estesa e importante degli altri.

Per quanto riguarda la quota di società in utile, è il settore delle costruzioni a far registrare l'indice più elevato (89,5%) seguito da riparazioni meccaniche e macchinari (88,9%), mentre il settore che ha fatto registrare l'incremento più significativo rispetto all'anno precedente è quello dei ristoranti e alberghi (+6,4%) seguito da attività sportive (+6,2%).

Il settore con il grado di patrimonializzazione più elevato resta l'immobiliare (65,3%) seguito da lotterie e gioco (53,9%) e ristoranti e alberghi (51,3%), mentre il settore con il grado di indebitamento più elevato è quello delle costruzioni (61,1%).