Dl ex Ilva: presentato Odg su impegni governo per impianto green a Taranto

Pubblicato il 22/07/2025
Ultima modifica il 22/07/2025 alle ore 19:06
Teleborsa
Il piano di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico dell'ex Ilva e i primi significativi impegni che il Governo intende assumere per realizzare a Taranto il più grande impianto green d'Europa, guidando la transizione ambientale e tutelando al contempo i lavoratori e l'impresa. Questi i temi al centro dell'ordine del giorno al decreto-legge ex Ilva – approvato dalla IX Commissione Permanente del Senato – presentato dal relatore Salvo Pogliese, d'intesa con il Mimit.

L'iniziativa era stata preannunciata nei giorni scorsi dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in occasione degli incontri avuti con gli enti locali pugliesi sul piano di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto e, stamattina, nel confronto con il presidente della Regione Liguria e il sindaco di Genova riguardo alle ricadute positive sullo sviluppo del sito di Cornigliano. L'ordine del giorno sarà successivamente presentato in modo organico alla Camera dei Deputati il prossimo 4 agosto, in occasione della votazione finale sulla conversione del decreto-legge, una volta integrato – come preannunciato dallo stesso Urso – con le indicazioni che giungeranno dai gruppi parlamentari nel dibattito nei due rami del Parlamento, dagli enti locali interessati dagli stabilimenti e dai sindacati, che in questi giorni si stanno riunendo in assemblea con i lavoratori proprio al fine di realizzare un documento unitario.

La proposta del Governo prevede la realizzazione di tre forni elettrici a Taranto con la progressiva sostituzione degli altiforni per una produzione di 6 milioni di tonnellate annue di acciaio, nonché di un forno elettrico a Genova per la produzione di ulteriori 2 milioni di tonnellate. Tra i fattori abilitanti sono contemplati: la contestuale realizzazione di impianti DRI, la cui localizzazione dovrebbe avvenire preferibilmente a Taranto così da assicurare un processo produttivo più efficiente; il posizionamento di una nave rigassificatrice quale soluzione temporanea nelle more del potenziamento del vicino gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline), o del potenziamento di ulteriori infrastrutture di energie rinnovabili, incluse quelle relative all'utilizzo di idrogeno verde (IPCEI Hy2Infra).

Il Governo valuterà anche di concerto con le organizzazioni sindacali le ricadute occupazionali ed i meccanismi di salvaguardia applicabili. Si tratta di una platea di 10.300 lavoratori diretti di AdI in AS, molti dei quali in cassa integrazione da anni, e di 1.700 di Ilva in AS. Oggi, anche a causa del sequestro probatorio senza facoltà d'uso di AFO 1, la cassa integrazione riguarda 3.926 dipendenti, di cui 3.538 a Taranto. Il Governo – fa sapere il relatore – ha preso in carico la crisi occupazionale e sta già lavorando a un "tavolo Taranto" per l'individuazione e la selezione di investimenti produttivi che si possano insediare a Taranto nella fase di riconversione dello stabilimento siderurgico, nelle aree non più necessarie a quest'ultimo e nelle aree contigue, per costituire un volano di sviluppo e di occupazione nei settori della cantieristica, della nautica, dei sistemi ferroviari, dell'eolico off shore e di quanto altro attinente allo sviluppo siderurgico. Gli investimenti fruiranno di un iter autorizzatorio accelerato in forza della specifica disposizione contenuto proprio nel DL 92/2025 in fase di conversione che estende a tali investimenti l'articolo 13 del DL asset.

Il Governo – si legge nell'odg – si impegna: a continuare il negoziato con la Regione Puglia e con gli enti locali per l'approvazione dell'accordo di programma interistituzionale finalizzato alla piena decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto; ad approfondire le interlocuzioni già avviate con gli enti locali e le autorità competenti per creare le condizioni infrastrutturali per dotare gli impianti siderurgici di Genova di un forno elettrico anche al fine di renderli più sostenibili dal punto di vista industriale ed economico; ad attivarsi e a vigilare affinché l'AIA recentemente rilasciata, avente a oggetto un ciclo produttivo a carbone, sia tempestivamente riesaminata alla luce della programmata installazione di forni elettrici e del loro ridotto potenziale emissivo; a sostenere il processo di realizzazione degli impianti di produzione del preridotto (DRI) nella misura necessaria all'alimentazione dei forni elettrici, con il coinvolgimento di partner industriali privati nonché attraverso l'ulteriore stanziamento di risorse pubbliche; a varare un Piano nazionale della siderurgia che tenga conto delle esigenze strategiche del Paese, in coerenza con la direttrice della decarbonizzazione, al fine di far diventare l'Italia il primo paese europeo per quantità e qualità di acciaio green prodotto; a proseguire nel lavoro del "Tavolo Taranto"per l'individuazione di investimenti produttivi nelle aree non utilizzate dello stabilimento e nelle aree contigue in modo da consentire, nei limiti del possibile, in via prioritaria o incentivata, l'assorbimento delle maestranze Ilva; a valutare le ulteriori misure di politiche attive e passive del lavoro che dovessero rendersi necessarie in ragione dell'impatto derivante dal rapporto produzione/lavoratori dalla transizione green verso i forni elettrici, in coerenza con quanto proposto nel redigendo accordo di programma interistituzionale; a valutare l'opportunità di destinare risorse aggiuntive al CIS Taranto per il completamento degli interventi oggetto della programmazione o per l'ampliamento del novero degli interventi infrastrutturali da finanziare; a valutare l'opportunità di potenziare, anche finanziariamente, la fondazione "Istituto di Ricerche Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile"di Taranto, anche al fine di favorire l'integrazione con i laboratori di ricerca di Acciaierie d'Italia in A.S. e la nascita di un polo tecnologico che possa operare in diversi ambiti industriali a supporto dello sviluppo produttivo sostenibile del territorio tarantino; a valutare l'opportunità di modificare la normativa per l'erogazione degli indennizzi in favore dei proprietari degli immobili nel quartiere di Tamburi al fine di semplificare e snellire le procedure di ammissione ed erogazione del contributo, e ove necessario a rifinanziare il Fondo.