Dazi, Ue cerca l'intesa (ma prepara contromisure)

Per ora Bruxelles mantiene la linea del dialogo ma non starà a guardare. A che punto siamo
Pubblicato il 21/07/2025
Ultima modifica il 21/07/2025 alle ore 20:23
Teleborsa

Proseguono le trattative Usa-Ue in tema di dazi in vista del 1 agosto. Da Roma si spinge nella direzione della fermezza nel segno del dialogo, come conferma il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ribadisce il pieno impegno del governo nel sostenere l'azione del Commissario Ue Šefcovic per arrivare a un accordo sui dazi con gli Stati Uniti entro il 1° agosto. Il ministro lo ha ribadito nel corso di una riunione, oggi a Palazzo Chigi, dedicata alla crescita dell'export della Regione Sicilia.

Tajani ha quindi illustrato i contenuti del Piano d'Azione per l'Export nei mercati extra-Ue, messo a punto dalla Farnesina. Sono così state passate in rassegna le opportunità offerte dai mercati ad alto potenziale in Asia, Africa ed America Latina, assicurando il pieno sostegno delle Ambasciate e della rete diplomatica per accompagnare le imprese.


"Noi dobbiamo trattare ad oltranza fino a raggiungere una soluzione che sia davvero equa e sostenibile per tutti, nella piena convinzione che una guerra commerciale sarebbe devastante per il nostro continente come per quello americano. Anche perché noi condividiamo con gli Stati Uniti, all'interno dell'Alleanza atlantica, la difesa della libertà e della sicurezza dell'Europa": sulla stessa linea anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, parlando a Berlino con i giornalisti, all'ambasciata italiana, dopo aver incontrato la sua omologa tedesca Katherina Reiche. Urso ha definito "inimmaginabile" un conflitto commerciale permanente con gli Stati Uniti e ha invitato a un negoziato condotto con "responsabilità".

Il ministro ha poi aggiunto che, se il negoziato non dovesse andare a buon fine, "bisognerà assumere insieme delle decisioni sulle contromisure che comunque devono essere responsabili, proporzionali e sostenibili".


Con dazi al 30% e cambio euro-dollaro sui livelli attuali "l'export italiano di beni negli Usa si ridurrebbe di circa 38 miliardi, pari al 58% delle vendite negli Stati Uniti, al 6,0% dell'export totale e, considerando anche le connessioni indirette, al 4,0% della produzione manifatturiera", stima intanto il centro studi di Confindustria che evidenzia quanto sarebbe "forte l'impatto netto sul Pil".

L'impatto sulla nostra economia "sarebbe mitigato dalla capacità degli esportatori italiani di trovare nuovi mercati di sbocco e di competere su fattori non di prezzo", ma "nel complesso, il livello del pil italiano nel 2027 sarebbe minore dello 0,8% rispetto al sentiero baseline.

E' uno "scenario complicato", evidenzia il centro studi degli industriali delineando, più in generale, l'attuale congiuntura e le previsioni, con la sua analisi mensile 'congiuntura flash': "Gli ulteriori annunci sui dazi Usa hanno alzato l’incertezza ed erodono la fiducia", avvertono gli economisti di via dell'Astronomia: "Insieme al dollaro svalutato sono pessime premesse per export, consumi, investimenti".