Regno Unito, parlamento approva i tagli al welfare ma è rivolta contro Starmer

Governo costretto a modifiche sostanziali della riforma: 42 Labour contrari, il premier arranca
Pubblicato il 02/07/2025
Ultima modifica il 02/07/2025 alle ore 09:41
Teleborsa
La Camera dei Comuni del Regno Unito ha approvato per 335 voti favorevoli e 260 contrari la contestata riforma del welfare, contenente tagli ai sussidi per disabili e lavoratori in malattia, in un clima di rivolta nella maggioranza laburista. Il governo britannico di Keir Starmer ha dovuto fare modifiche sostanziali per annacquare la proposta di legge, anche in extremis, al fine di limitare il numero di deputati ribelli. Sono stati comunque 42 i laburisti a votare per un emendamento, che è stato respinto, rivolto ad affossare la riforma.
Per Starmer – a un anno da quando è diventato primo ministro dopo la vittoria nelle elezioni politiche britanniche del 4 luglio 2024 – si tratta della rivolta più ampia all'interno della sua maggioranza laburista. Rivolta che era arrivata a contare nei giorni scorsi oltre 120 deputati: un numero tale da condannare l'esecutivo a una sconfitta nel voto parlamentare e affossare la proposta di legge. Si tratta di un duro colpo alla sua immagine e alla sua autorità che arriva nel pieno di una crisi di consensi, confermata dai più recenti sondaggi.

Per fermare la rivolta interna, Starmer ha dovuto fare una imbarazzante retromarcia sul provvedimento introdotto con l'obiettivo (poi rivisto) di risparmiare 5 miliardi di sterline, attraverso una serie di concessioni. Il governo ha prima rivisto l'introduzione dei criteri più restrittivi per chi percepisce i sussidi, applicandoli solo ai nuovi richiedenti, per poi arrivare ieri a un rinvio all'entrata in vigore delle modifiche più importanti, in attesa dei risultati di una consultazione.

Il dietrofront non ha comunque convinto i parlamentari ribelli, sostenuti dalle associazioni in difesa dei disabili, secondo cui più di 150mila persone rischiano comunque di finire in una condizione di povertà. "Esiste una lista infinita di metodi alternativi per raccogliere fondi", ha detto la laburista Rebecca Long-Bailey durante il dibattito ai Comuni, sottolineando che non bisogna colpire le categorie più vulnerabili. E un'altra deputata ribelle, Rachael Maskell, ha parlato di "tagli dickensiani che appartengono a un'altra epoca e a un altro partito" presentando un emendamento per fermare la riforma, poi respinto dai Comuni.

L'opposizione conservatrice, guidata da Kemi Badenoch, ha votato contro, accusando il governo di aver presentato un provvedimento che non risolve i problemi del sistema di sussidi pubblici, solo nel tentativo di tappare "il buco" nelle finanze lasciato dalla cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves.

La ministra del Tesoro è impegnata a tenere sotto controllo i conti mentre si susseguono da parte dell'esecutivo gli annunci d'incremento della spesa pubblica per la difesa e il riarmo, deterrente nucleare incluso. Contrari al provvedimento anche i deputati di Reform Uk, il partito trumpiano di Nigel Farage, uno dei motivi di preoccupazione per Starmer. È da mesi in testa nei sondaggi e l'ex tribuno della Brexit, forte anche dei successi elettorali dello scorso maggio, ormai si pone come sfidante del primo ministro nella lunga corsa verso le elezioni politiche del 2029. E la serie di difficoltà che Keir sta incontrando, a partire dalle crepe aperte nella sua ampia maggioranza conquistata un anno fa alle urne oltre a quelle sul fronte economico, non possono che rafforzare Farage.