Presentato l'osservatorio annuale sui sottoscrittori di fondi comuni

Sono 11,6 milioni gli italiani che sottoscrivono fondi comuni di investimento, e quelli che hanno investito per la prima volta in fondi sono stati 1,5 milioni. Il 15% dei sottoscrittori appartiene a Gen Z e Millennials, la maggior parte della ricchezza appartiene ai Boomers. Le donne investitrici sono il 47%.
Pubblicato il 02/07/2025
Ultima modifica il 02/07/2025 alle ore 15:48
Teleborsa
L'ufficio studi di Assogestioni ha presentato l’aggiornamento dell’Osservatorio annuale sui sottoscrittori di fondi comuni in Italia, aggiornato a fine 2024. Secondo i dati presentati, sono 11,6 milioni gli italiani che investono in fondi comuni, in aumento dagli 11,1 milioni dell’Osservatorio precedente. Le fuoriuscite sono controbilanciate dall’ingresso di circa 1,5 milioni di nuovi sottoscrittori, mentre il valore totale investito dalle famiglie ha raggiunto quota 608 mld euro.


"Dal nostro censimento emerge che nel 2024 circa un milione e mezzo di italiani ha investito per la prima volta in fondi comuni, entrando di diritto nell’universo dei sottoscrittori e facendo aumentare il dato complessivo di circa 500.000 unità. Un numero che, se rapportato all’intera popolazione del Paese, porta il tasso di partecipazione al 19,7% e che conferma che un italiano su cinque sceglie di affidare parte dei propri risparmi a questo strumento", ha affermato Alessandro Rota, Direttore Ufficio Studi, Assogestioni.

Il valore medio investito si attesta a 52.000 euro, in crescita rispetto allo scorso anno, grazie sia a nuovi flussi sia al favorevole andamento dei mercati. La media è però viziata da un'alta concentrazione patrimoniale, per cui il 25% degli investitori detiene circa il 75% delle masse totali. Il dato è in linea con le stime di Banca d’Italia, secondo cui il 30% delle famiglie più abbienti detiene l’80% della ricchezza finanziaria complessiva. L’analisi sulla concentrazione del patrimonio mostra invece un investimento mediano tra i 15.000 e i 21.000 euro. "Circa sei milioni di italiani, la metà dei sottoscrittori, investe cifre contenute, fino a 21.000 euro, a conferma della natura democratica dei fondi di investimento e della loro accessibilità anche a chi ha disponibilità più limitate. I dati di Banca d’Italia ci dicono anche che i fondi italiani sono maggiormente presenti nei portafogli della clientela mass-affluent. Il nostro studio conferma che l’investimento medio in fondi italiani è di 33.000 euro mentre quello in fondi cross-border, tipicamente sottoscritti da una clientela private, si attesta a 59.000 euro" ha commentato in merito Riccardo Morassut, Senior Research Analyst dell’Ufficio Studi.

I numeri confermano quindi che quello dei sottoscrittori è un universo variegato e che racchiude più profili, dai piccoli investitori ai detentori di patrimoni più importanti, consolidando la versatilità dei fondi di investimento.

Relativamente all'anagrafica degli investitori, lo studio rivela che l’età prevalente è di 61 anni, con i "Boomers" che rappresentano il 41% del totale e detengono quasi metà della ricchezza complessiva (48%). Tuttavia, Millennials e Gen Z stanno guadagnando terreno: insieme costituiscono oggi il 15% dei sottoscrittori e detengono il 6% delle masse. Degno di nota il dato sui nuovi investitori: dell’1,5 milioni di risparmiatori che hanno sottoscritto fondi per la prima volta nel 2024, il 23% appartiene alle generazioni più giovani. Altro dato significativo è la provenienza dei giovani sottoscrittori, che secondo lo studio è collocata per la maggior parte d
nelle regioni del sud Italia.

Infine, il profilo demografico conferma che il divario di genere continua ad assottigliarsi: le donne rappresentano il 47% dei sottoscrittori, con un investimento medio pari a 50.000 euro, contro i 55.000 euro degli uomini. Nel 1996, le donne investitrici erano il 34%.

Lo studio presenta anche una classifica regionale basata sul tasso di partecipazione, che vede sul podio l’Emilia-Romagna (30,2%), la Lombardia (28,1%) e il Piemonte (27,4%), mentre quella basata sull’investimento medio vede al primo posto la Lombardia (58.918 euro), seguita da Liguria (58.675 euro) e Piemonte (57.579 euro). A livello di investimento medio, scendono sotto la media nazionale il Centro (49.000 euro) e il Sud e Ie Isole (43.000 euro).

"Il potenziale di sviluppo per il risparmio gestito nelle regioni meridionali è confermato anche dai dati IBF di Banca d’Italia, secondo i quali al Nord la liquidità non supera il 45% delle attività finanziarie delle famiglie e i fondi rappresentano la principale forma di investimento, mentre al Sud e nelle Isole la liquidità costituisce circa il 70% del portafoglio", ha aggiunto Rota sul punto.

Relativamente a canali, prodotti e asset allocation, il canale bancario continua a dominare la distribuzione dei fondi italiani (95%), mentre per i fondi esteri cresce il peso delle reti di consulenti finanziari (49% per i fondi cross-border). A livello di modalità invece, il versamento in un’unica soluzione (PIC) resta prevalente (62%), ma l’investimento tramite piani di accumulo (PAC) coinvolge oggi il 21% degli investitori, quota che supera il 50% tra gli under 40, confermando una maggiore propensione dei più giovani a pianificare nel tempo con versamenti regolari, anche di importi limitati.

Infine, per quanto riguarda le aree geografiche in portafoglio, l’Osservatorio mette in luce che l’home-bias è ancora in crescita tra i sottoscrittori italiani, con una quota di obbligazioni e azioni italiane pari al 20% nel portafoglio complessivo.