Assicurazioni, Ania lancia un "patto per un'Italia protetta, più forte e competitiva"

Liverani: "Necessario costruire alleanze strategiche tra pubblico e privato". Nel 2024 indennizzi per 10 miliardi, si riduce gap premi con l'Europa
Pubblicato il 02/07/2025
Ultima modifica il 02/07/2025 alle ore 14:34
Teleborsa
"Un patto per un'Italia protetta, più forte e competitiva". È il messaggio lanciato dal presidente dell'Ania Giovanni Liverani dal palco dell'assemblea annuale. "Dobbiamo superare – ha detto Liverani – il paradigma che rappresenta le assicurazioni come imprese ricche e profittevoli, chiamate in quanto tali dallo Stato a contribuire alla collettività soltanto mediante un carico fiscale sempre crescente e sempre più esteso". Secondo l'Ania "è tempo di adottare una logica in cui le assicurazioni non siano considerate una cassaforte da cui far provvista, bensì uno strumento potente, capace di risolvere problemi socio-economici endemici e onerosi nell'interesse del Paese, attraverso operazioni di partenariato pubblico-privato in cui, nel rispetto dei reciproci ruoli, si sviluppino soluzioni in sinergia e non in contrapposizione negoziale".

Le trasformazioni in atto, dall'invecchiamento della popolazione al cambiamento climatico, dalla disponibilità di nuove fonti di dati alle tecnologie di elaborazione sempre più potenti, "stanno facendo emergere nuovi rischi che possono minare la stabilità economica di famiglie e imprese ma anche offrire nuove opportunità. Su questi temi – ha detto Liverani – crediamo sia necessario costruire alleanze strategiche tra pubblico e privato, che rafforzeranno la competitività del nostro sistema socio-economico e offriranno soluzioni concrete di protezione, prevenzione, previdenza e assistenza, a beneficio sia dei cittadini che delle imprese".

Il settore assicurativo – ha sottolineato il presidente dell'Ania – è uno dei "principali contribuenti" dello Stato, nonché sostituto d'imposta per il prelievo di alcuni importanti tributi. Con riferimento al totale delle imposte dirette e indirette le compagnie assicurative versano oltre 12 miliardi all'anno nelle casse dello Stato, anche in ragione di un'addizionale Irap specifica per il settore e di una tassazione sui premi che in Italia è generalmente superiore a quella in vigore negli altri paesi europei. "Non posso non ricordare che sul carico fiscale gravante sul risparmio investito nelle imprese di assicurazione incide l'imposta sulle riserve matematiche dei rami vita – ha aggiunto Liverani – si tratta di un prelievo che rappresenta un unicum italiano e colpisce, da oltre un ventennio e con cadenza annuale, lo stock delle riserve matematiche esistenti nei bilanci delle compagnie, ossia i risparmi dei nostri assicurati. L'ammontare complessivo di questa imposta ha superato i 9 miliardi. Con la legge di bilancio per l'esercizio in corso è stato richiesto alle compagnie di anticipare anno per anno per conto del cliente l'imposta di bollo, accumulando un credito nei confronti degli assicurati stimabile per il solo 2025 in circa 2,5 miliardi che, in quanto infruttifero e considerata la lunga durata dei contratti, si trasforma in un onere aggiuntivo per le compagnie su questo tema è necessario senza dubbio ritornare".

Il settore assicurativo impiega oltre 300mila addetti, compreso i collaboratori dell'indotto. Il numero di occupati è rimasto stabile anche negli anni più difficili, con la più alta incidenza di contratti a tempo indeterminato rispetto agli altri settori economici. Nel comparto della protezione dai rischi, nel 2024 le assicurazioni hanno risarcito per incidenti, incendi o eventi avversi di varia natura 27 miliardi di euro, a cui si sommano 15 miliardi di risarcimenti per polizze vita in caso di morte o invalidità dell'assicurato. Gli investimenti del settore ammontano a oltre mille miliardi di euro (quasi la metà del Pil), 245 miliardi dei quali investiti nel debito sovrano italiano. Lo scorso anno la raccolta premi complessiva ha superato i 150 miliardi di euro, in crescita di oltre il 16%. Nel ramo vita i premi sono risultati circa 110 miliardi e le riserve, pari a oltre 800 miliardi, hanno rappresentato quasi il 13% dello stock delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Nel ramo danni i premi raccolti hanno raggiunto il valore record di 41 miliardi di euro. Alla fine del 2024 operavano in Italia 89 imprese assicuratrici soggette a vigilanza Ivass. "A queste – ha osservato Liverani nella sua relazione – si aggiungono 92 imprese con sede in uno Stato dello spazio economico europeo operanti in regime di stabilimento e circa 900 imprese in regime di libera prestazione di servizi, che possono quindi esercitare anche in Italia direttamente dal Paese d'origine".

Sul fronte Rc auto nel 2024 le compagnie assicurative hanno risarcito 2 milioni di sinistri per un importo di 10 miliardi di indennizzi. Sulla dinamica dei prezzi, Liverani ha ricordato che il costo della Rc auto "segue, con un certo ritardo temporale, il costo dei sinistri: tra marzo 2021 e marzo 2025 il costo dei pezzi di ricambio si è accresciuto del 16,4%; i danni alla persona sono stati rivalutati di oltre il 16%, ma il premio medio Rc auto è aumentato di poco più del 13%. L'ultima rilevazione su base trimestrale mostra un calo dell'1,7% rispetto al trimestre precedente". Quanto al divario con gli altri Paesi "abbiamo fatto negli ultimi 15 anni passi in avanti significativi – ha aggiunto Liverani – nel periodo 2008-2012 le polizze italiane erano più costose di 213 euro rispetto alla media di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Nel 2015 il divario si era ridotto a 138 euro. Alla fine del 2024 è arrivato a 24 euro. Il sistema nel suo complesso tiene, anche se sono consigliabili alcuni correttivi con l'obiettivo di garantire maggiore equità nei prezzi e una più corretta correlazione con i rischi effettivi: una combinazione di fattori ha progressivamente reso inefficace il sistema bonus-malus, portando circa il 90% degli assicurati a concentrarsi nella classe più bassa e il sistema di evoluzione si basa ancora soltanto sulla frequenza dei sinistri e non sull'entità del danno, trattando in modo analogo chi provoca un sinistro di pochi euro e chi invece produce un danno milionario. Serve anche rafforzare gli strumenti di contrasto delle frodi assicurative".

Liverani ha, inoltre, posto l'accento sulla necessità di un dialogo aperto con i sindacati per il rinnovo del Ccnl. "Avviare il rinnovo del contratto collettivo nazionale per i dipendenti del settore, con l'obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità del loro lavoro, rafforzare la motivazione e rendere il mondo assicurativo più attrattivo per le nuove generazioni. Con le organizzazioni sindacali dei dipendenti e dei dirigenti, con le quali da anni intratteniamo solide relazioni industriali, così come con le sigle di rappresentanza degli agenti, – ha detto il presidente dell'Ania – il dialogo è aperto, non mancano le occasioni di confronto e sono certo che si lavorerà bene per raggiungere intese di reciproca soddisfazione".