Aziende Ue e sostenibilità: solo 16% ha raggiunto obiettivi concreti

Pubblicato il 20/06/2025
Ultima modifica il 20/06/2025 alle ore 12:50
Teleborsa
L'85% delle aziende europee medie e grandi ha già avviato o sta pianificando iniziative dedicate alla sostenibilità eppure solo il 15,7% ha raggiunto obiettivi concreti e non più del 20,5% ha già fatto un bilancio di sostenibilità: è quanto emerge dalla nuova ricerca di Interzero, gruppo leader dell’economia circolare in Europa, che ha analizzato comportamenti, investimenti e ostacoli alla transizione sostenibile intervistando circa 250 manager di medie e grandi aziende in sei Paesi (Italia, Austria, Polonia, Slovenia, Croazia e Serbia).



Le aziende italiane coinvolte nell’indagine, pur non sempre disponendo di team dedicati, hanno nella maggior parte dei casi (54%) strategie ambientali definite e obiettivi a medio-lungo termine, in particolare entro il 2030. La maggior parte ha attivato programmi di economia circolare e riduzione dell’impatto ambientale: oltre il 70% ha introdotto iniziative di design sostenibile e innovazioni di prodotto, mentre il 60–70% adotta materiali biodegradabili o riciclati negli imballaggi. L’investimento in sostenibilità è, tuttavia, ancora contenuto con un budget limitato (39% sotto i 50.000 €) e una percezione del valore economico solo parzialmente riconosciuta. In Italia si concentra il maggior numero di aziende strutturate (oltre 250 dipendenti), con divisioni interne dedicate alla sostenibilità e budget fino a 300.000 euro su base triennale. Secondo i dati di Interzero sono le più impegnate nella transizione, ma anche le più esigenti: chiedono soluzioni integrate, personalizzate e compatibili con i propri modelli di business.



“Nonostante l’interesse dimostrato e la piena coscienza di come l’attivazione di politiche legate alla sostenibilità rappresentino una leva di crescita per le aziende – afferma Mario Bagna, Presidente e AD di Interzero Italia - gli ostacoli sul cammino della sostenibilità per le aziende europee restano consistenti: normative europee in evoluzione, impianti obsoleti, alti costi di riconversione, mancanza di alternative tecnologiche e dati insufficienti bloccano molti progetti. Il 60,4% delle imprese ha già definito strategie ambientali, ma chiede supporto concreto per tradurle in azioni efficaci”.



L’indagine evidenzia come la pratica più diffusa tra le aziende sia il monitoraggio del rispetto delle normative ambientali (72% degli intervistati). A seguire, in ordine di preferenza (e con percentuali sempre superiori al 50%): la dichiarazione ambientale di prodotto (Environmental Product Declaration o EPD); la riduzione della carbon footprint, cioè delle emissioni di gas serra che vengono generate durante il ciclo di vita di un prodotto, di un servizio o di un’organizzazione; le iniziative di eco-design, ovvero la progettazione di prodotti o imballaggi riciclabili, biodegradabili o da fonti rinnovabili; e infine la formazione sui temi della sostenibilità.



SOSTENIBILITA’ OBIETTIVO PRIORITARIO, DIFFICILE MISURARE I RISULTATI. La sostenibilità è tra le priorità delle aziende: oltre il 75% delle imprese ha fissato obiettivi ambientali da raggiungere entro il 2030, in linea con i target UE. Tuttavia, il traguardo appare ancora lontano: solo il 35% misura il proprio grado di circolarità e il 44% redige un bilancio di sostenibilità ovvero un report non finanziario. La riduzione delle emissioni è l’azione più diffusa (75%), seguita dall’uso di materiali riciclati o biodegradabili (+50%) e dall’implementazione di strategie ESG. Secondo la rilevazione di Interzero, i comparti dell’elettronica (82% dei manager lo conferma) e del Food&Beverage (81%) sono i più propensi ad attivare iniziative di sostenibilità nei prossimi 3 anni. In coda si trovano i settori dell’edilizia (66%), del retail e della logistica (in entrambi si attiverà il 62,5% delle aziende).



IL PACKAGING CROCE E DELIZIA - Per quanto riguarda la riduzione dell’impatto ambientale del packaging, l’utilizzo di materiali riciclati, la minimizzazione di materiali non sostenibili e l’utilizzo di materiali biodegradabili negli imballaggi risultano tra le pratiche più attuate dalle aziende intervistate (+50%). Si tratta di un dato incoraggiante, se si pensa che solo pochi anni fa la percentuale di aziende attente agli impatti degli imballaggi in Europa era molto inferiore. Il riutilizzo degli imballaggi risulta essere però l’azione meno attuata in ottica di riduzione dell’impatto ambientale del packaging, per via delle difficoltà legate al degrado e alla perdita di materiale, ecc. Ad ogni modo, quasi il 40% delle aziende intervistate dichiara di mettere in pratica anche questa soluzione.





“È fondamentale che le aziende siano supportate e messe in condizione di raggiungere gli obiettivi che si sono poste – ha aggiunto Bagna. Per farlo, come Interzero, lavoriamo al loro fianco allineando i processi aziendali secondo parametri di legge che sono oggi in continua evoluzione e in un’ottica di concreta generazione di valore per le imprese in termini di risparmio sui materiali, sul prodotto e sullo smaltimento dei rifiuti”.