Acciaierie d'Italia, sindacati convocati per nuova richiesta CIGS

Pubblicato il 19/06/2025
Ultima modifica il 19/06/2025 alle ore 18:08
Teleborsa
I sindacati sono stati convocati dal Ministero del Lavoro per discutere della questione della cassa integrazione presso gli stabilimenti di Acciaierie d'Italia (ex Ilva). La convocazione è per mercoledì prossimo, il 25 giugno, in modalità ibrida (in presenza o in videoconferenza), per l'esame congiunto della richiesta di cassa integrazione presentata nei giorni scorsi da Acciaierie d'Italia.

L'azienda ha chiesto di ampliare la portata della CIGS per coprire 4.050 lavoratori, di cui 3.500 a Taranto, rispetto ai 3.062 autorizzate ad oggi. L'istanza è stata inviata una settimana fa ai due Ministeri del Lavoro e delle Imprese e Made in Italy ed ai sindacati.
Il precedente programma dela durata di 12 mesi era stato autorizzato a marzo scorso.

Frattanto, si è tenuto ieri un incontro a livello regionale, per discutere dei due stabilimenti veneti. All’incontro, richiesto dalle parti sindacali, hanno partecipato l’assessore regionale al Lavoro Valeria Mantovan, l’Unità di Crisi aziendali regionale e le organizzazioni sindacali Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil presenti con i delegati locali e nazionali e con i rappresentanti dei lavoratori.

“Ci siamo incontrati con le parti sindacali per discutere della situazione dei due impianti veneti di Acciaierie d’Italia: quello veneziano di Porto Marghera e quello di Legnaro (PD) che svolgono per l’azienda imprescindibili funzioni logistiche e di servizio e occupano complessivamente una settantina di lavoratori" ha spiegato l’assessore Valeria Mantovan, ricordando che "i siti veneti, come quelli presenti in altre regioni italiane, dipendono direttamente dalle produzioni dello stabilimento di Taranto".

“Considerando l’attuale fase complessa dell’azienda in Amministrazione straordinaria, che si è trovata di fronte allo stop imprevisto di uno dei due altoforni attivi nel bel mezzo di un processo di vendita, abbiamo confermato alle Parti sindacali la disponibilità della Regione a controllare la situazione in Veneto tramite un tavolo di monitoraggio dedicato, nonché ad attivare gli strumenti regionali di supporto che dovessero rivelarsi necessari", ha assicurato, l’assessore, auspicando un confronto allargato a tutte le regioni interessate.