Nel 2022 il
Prodotto interno lordo (PIL) pro capite italiano ha raggiunto il valore più elevato dal 2009, attestandosi a 29.959 euro in termini reali. Dopo la crisi pandemica del 2020 e la ripresa del 2021, l’economia ha proseguito il suo cammino di crescita. Tuttavia, il divario territoriale resta marcato: nel Mezzogiorno il PIL pro capite risulta inferiore del 44,5% rispetto al Centro-Nord e del 34,8% rispetto alla media nazionale. Valori invariati rispetto all’anno precedente. Sono alcuni dei numeri pubblicati dall'
Istat nell'edizione 2025 di
Noi Italia-100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo.
Le
regioni con i livelli più bassi, seppur in miglioramento, sono
Calabria (17.182 euro),
Sicilia (18.078 euro),
Campania (19.314 euro) e
Puglia (19.480 euro). All’estremo opposto, la
Provincia autonoma di Bolzano/Bozen guida la classifica con 47.272 euro, seguita da
Lombardia,
Trento e
Valle d’Aosta, con valori tra i 41.000 e i 38.000 euro.
A
livello europeo, nel 2023 il PIL pro capite in standard di potere d'acquisto (PPS) è cresciuto del 6,0%. Con 37.508 euro, l’Italia si posiziona al di sotto della media UE (38.132 euro).
Inflazione: in calo nel 2024, Italia tra i paesi più virtuosiNel 2024 la
crescita dei prezzi al consumo rallenta drasticamente, con un +1,0% rispetto al +5,7% del 2023. A determinare questa inversione di tendenza è soprattutto la discesa dei prezzi dei
beni energetici (-10,1%). I
prodotti alimentari registrano un incremento contenuto (+2,2%), in netto calo rispetto al +9,8% dell’anno precedente.
Per la prima volta dal 2021, l’Italia si colloca tra i paesi con l’inflazione più bassa dell’UE. Il
differenziale positivo rispetto alla media dell’Unione monetaria è salito da -0,5 a +1,3 punti percentuali.
Mercati globali e immobili: segnali misti
Nel 2023 il
commercio mondiale di beni ha subito una contrazione del 4,6%, causata dalla flessione dei valori medi unitari (-4,0%) e da una lieve diminuzione dei volumi scambiati (-0,6%). Tra i prodotti italiani più esportati verso l’UE figurano: medicinali (21,6 miliardi di euro), autoveicoli (14,9 miliardi), componentistica per auto, acciaio e prodotti petroliferi.
Sul fronte immobiliare, l’
Indice dei Prezzi delle Abitazioni (IPAB) è salito dell’1,3% nel 2023, in rallentamento rispetto al +3,8% del 2022. La crescita riguarda soprattutto le abitazioni nuove (+5,6%), mentre quelle esistenti mostrano una crescita marginale (+0,4%).
Finanza pubblica: deficit in calo, ma ancora elevatoNel 2023 il
disavanzo pubblico italiano si è attestato al -7,2% del PIL, in miglioramento rispetto al -8,1% del 2022. Anche il
saldo primario è risultato negativo (-3,5%), ma in recupero rispetto all’anno precedente (-4,0%).
Rispetto alle altre principali economie europee, solo Francia (-5,5%) presenta un disavanzo peggiore. Germania e Spagna si attestano rispettivamente al -2,6% e -3,5%. Il saldo primario è negativo in 19 Paesi dell’UE su 27.
Spesa pubblica e pressione fiscale: Italia sopra la media UENel 2023 la spesa delle Amministrazioni pubbliche italiane per abitante è stata pari a
19.410 euro, in aumento del 4,5% rispetto al 2022, superando la media UE (18.796 euro). La
spesa regionalizzata nel 2022 ha confermato un forte squilibrio: il Centro-Nord riceve oltre l’11% in più rispetto al Mezzogiorno. Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Lazio sono le regioni con la maggiore spesa per abitante; Campania, Veneto e Lombardia le meno finanziate.
Infine, la
pressione fiscale in Italia si attesta al 41,7% del PIL nel 2023, ponendo il Paese all’ottavo posto nella classifica UE per carico fiscale.