Fisco, Giorgetti: ISEE va aggiornato, servono nuovi parametri

Pubblicato il 18/06/2025
Ultima modifica il 18/06/2025 alle ore 13:41
Teleborsa
Il governo sta valutando modifiche alla legislazione vigente in materia di Isee visto che "a distanza di dodici anni alcuni parametri previsti nel decreto istitutivo dell'Isee potrebbero essere non più idonei a misurare l'effettiva situazione delle famiglie". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso di un'audizione alla commissione parlamentare sulla transizione demografica. "Una corretta fotografia della situazione economica delle famiglie attraverso un indicatore correttamente aggiornato - ha aggiunto - contribuirà a fornire nuove indicazioni e spunti di riflessione per migliorare l'efficacia di strumenti a sostegno della famiglia, quali l'assegno unico e di altre misure di contrasto alla povertà basate sullo stesso indicatore"

"Una corretta fotografia della situazione economica delle famiglie attraverso un indicatore correttamente aggiornato - ha aggiunto - contribuirà a fornire nuove indicazioni e spunti di riflessione per migliorare l'efficacia di strumenti a sostegno della famiglia, quali l'assegno unico e di altre misure di contrasto alla povertà basate sullo stesso indicatore".

L'invecchiamento della popolazione "da un lato, ci si attende che esso influenzi negativamente le prospettive macroeconomiche" dall'altro che "eserciti una pressione sulla spesa pubblica" cosidetta age-related che raggiungerà un picco negli anni dal 2040. "La transizione demografica - ha detto - eserciterà una pressione significativa sulla spesa pensionistica, sanitaria e per la long-term care, con un lieve effetto compensativo sulla spesa per l'istruzione. Gli effetti più rilevanti sono attesi nella prima metà degli anni Quaranta del secolo in corso, quando le generazioni dei cosiddetti baby boomers saranno uscite dalla forza lavoro"

"La transizione demografica - ha detto - eserciterà una pressione significativa sulla spesa pensionistica, sanitaria e per la long-term care, con un lieve effetto compensativo sulla spesa per l'istruzione. Gli effetti più rilevanti sono attesi nella prima metà degli anni Quaranta del secolo in corso, quando le generazioni dei cosiddetti baby boomers saranno uscite dalla forza lavoro".

Il calo degli studenti, soprattutto nelle scuole dell'infanzia e primaria, legato alle dinamiche demografiche "ci induce a un ripensamento in chiave prospettica delle strutture, del personale e della spesa che nel futuro sarà assegnata all'istruzione". "Secondo quanto recentemente riportato dall'Istat, il declino demografico ha determinato già una rilevante perdita di studenti: tra l'anno scolastico 2018/2019 e 2022/2023 si conta una riduzione del 5,2 per cento degli studenti" ha sottolineato Giorgetti. "Il calo riguarda in particolare, la scuola dell'infanzia e la scuola primaria e viene parzialmente per ora compensato dal progressivo incremento degli iscritti con cittadinanza straniera e del tasso di scolarità nella fascia dei 15-19enni - ha proseguito - La fotografia attuale, unita alla considerazione che il calo sulle scuole primarie si estenderà via via agli altri gradi, ci induce a un ripensamento in chiave prospettiva delle strutture, del personale e della spesa che nel futuro sarà assegnata all'istruzione. Per tutte queste tre variabili, considerando il loro ridimensionamento quantitativo, sarà necessario puntare a una migliore qualità".


Infine, Giorgetti ha detto che "serve mettere ordine a livello europeo al "far west incontrollato" degli incentivi alla residenza. "Ci sono politiche di attrazione avviate da diversi paesi per creare sconti fiscali per cambiamenti di residenza - ha detto - Io penso che mettere ordine a livello europeo rispetto a queste vicende sia necessario altrimenti, per la tendenza inerziale alla polarizzazione, inevitabilmente ci saranno economie più sviluppate che tenderanno ad attrarre le risorse e e qualità migliori alimentando ulteriori gap tra paesi, situazioni e realtà". "Credo che su questo una riflessione vada fatta - ha proseguito Giorgetti - cercando di gestire in modo intelligente questi fenomeni. Non è semplice. Quello che non può essere assolutamente accettato è che si lasci una sorta di far west incontrollato".