Innovazione, Neva SGR (Intesa Sp) investe in frontiere nuova energia

Pubblicato il 16/06/2025
Ultima modifica il 16/06/2025 alle ore 17:05
Teleborsa
Neva SGR, società di venture capital del Gruppo Intesa Sanpaolo controllata al 100% da Intesa Sanpaolo Innovation Center, ha riunito presentato presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino (OGR), di fronte a venture capitalist, investitori istituzionali, imprenditori, manager e startupper da tutto il mondo, le strategie di investimento dei fondi Neva II e Neva II Italia: al centro, le frontiere della nuova energia, in particolare alla fusione nucleare.


Fin dall’inizio della sua attività, nel 2020, Neva SGR - spiega la nota - ha scelto di investire in società altamente innovative impegnate a risolvere le grandi sfide a livello globale in quattro aree chiave: Climate Tech & Energy Transition, Life Science, Digital Transformation e Aerospace & Manufacturing. Nella transizione energetica, Neva SGR ricerca in tutto il mondo in modo mirato e selettivo società con caratteristiche precise, startup o imprese già mature con brevetti e progetti in fase di realizzazione rivoluzionari, che in futuro possano mettere in produzione le loro tecnologie su vasta scala, contribuiscano in modo significativo alla decarbonizzazione dei settori industriali più energivori, consentano di sviluppare nuovi baseload (impianti di energia stabile e costante) e abilitino le rinnovabili, anche attraverso impianti di stoccaggio energetico e l’ottimizzazione e il bilanciamento delle reti.



Neva SGR ha scelto di investire nella società americana Commonwealth Fusion Systems (CFS), una realtà unica a livello mondiale nella fusione nucleare che ha brevettato e sviluppato il rivoluzionario reattore di tipo Tokamak per la fusione a confinamento magnetico denominato SPARC, la prima macchina al mondo commercialmente rilevante per la fusione a energia netta.

Fondata nel 2018 come spin-off del Massachusetts Institute of Technology (MIT), CFS si concentra sullo sviluppo della fusione a confinamento magnetico (MCF) utilizzando superconduttori ad alta temperatura (HTS). CFS ha compiuto progressi significativi negli ultimi anni, a partire dalla produzione diretta dei magneti superconduttori ad alta temperatura nel suo stabilimento. La società è riconosciuta come pioniera e leader nel suo settore e ha recentemente annunciato l’intenzione di costruire la prima centrale a fusione in Virginia.

“Neva SGR mette in contatto gli imprenditori italiani con il network globale del venture capital e agevola l’ingresso di imprenditori internazionali nell’ecosistema scientifico e industriale italiano, creando ponti che trasformano idee in opportunità globali” – ha spiegato Luca presidente di Neva SGR. “Il nostro investimento in CFS, oltre a finanziare un rivoluzionario progetto dedicato alla produzione di energia pulita da fusione nucleare, ha l’obiettivo di facilitare il contatto con il mondo della ricerca e con la filiera manifatturiera d’eccellenza del nostro Paese, con l’auspicio che possano prendere ancora più parte allo sviluppo su vasta scala di questa tecnologia di nuova generazione”.

“Oltre all’accesso a un’energia pulita, stabile e pressoché illimitata, la fusione potrebbe rappresentare un’opportunità di valore economico soprattutto per l’Italia, perché alcune aziende italiane fanno già parte della filiera produttiva del settore –, ha dichiarato Bob Mumgaard, co-founder e chief executive officer di CFS -. Se il Paese adotterà politiche che supportino l’adozione della fusione, potrà essere tra i primi a ottenere una completa sicurezza energetica in un contesto di crescente domanda di energia, dovuta anche all’impiego sempre più massiccio dell’intelligenza artificiale”.

Oggi, intanto, il ministro della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, in occasione della nuova riunione dell'alleanza a margine del Consiglio Energia a Lussemburgo ha annunciato che l' Italia aderisce ufficialmente all'alleanza Ue sul nucleare, dopo avervi preso parte finora in qualità di osservatore. L'iniziativa, guidata dalla Francia, è nata nel 2023 per promuovere gli interessi dei Paesi favorevoli all'atomo. Oltre a Roma e Parigi, vi aderiscono Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia.