Codice della crisi e dell’insolvenza: un nuovo ruolo per l’
INPS. Questo il tema al centro del convegno "
Crisi d’impresa: profili previdenziali", tenutosi oggi nella sede INPS di Palazzo Wedekind. In questo contesto è stato illustrato il cambio di paradigma nell’approccio istituzionale alla crisi d’impresa. Il Codice della Crisi e dell’Insolvenza (D.lgs. 14/2019) e i successivi correttivi attribuiscono maggiore rilevanza alla continuità aziendale e al valore sociale del lavoro. L’INPS evolve così da soggetto passivo di recupero crediti a parte attiva e valutativa nei processi di risanamento, assumendo un ruolo strategico nella selezione delle imprese da sostenere.
Hanno preso parte al convegno, tra gli altri: il presidente dell’INPS
Gabriele Fava, il direttore generale dell’INPS
Valeria Vittimberga, il coordinatore generale dell'Avvocatura INPS
Mirella Mogavero, il direttore centrale Entrate INPS
Antonio Pone, il professore di Diritto delle Procedure Concorsuali – Università LUM Giuseppe Di Gennaro,
Antonio Caiafa, il consigliere della Corte di Cassazione,
Roberto Bellè e il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli e Componente del Consiglio Direttivo ANBSC,
Francesco Menditto.Il 2024 ha visto un sensibile aumento delle
procedure concorsuali: le liquidazioni giudiziali sono cresciute del 19,7% rispetto al 2023, raggiungendo quota 9.162, con Lombardia, Lazio e Campania tra le regioni più colpite. In calo, invece, i concordati preventivi. Parallelamente, si registra un incremento delle procedure stragiudiziali, come le composizioni negoziate e gli accordi di ristrutturazione del debito, sebbene con esiti ancora incerti.
"La compatibilità tra la tutela del credito e i tentativi di salvataggio dell’azienda, nelle procedure concorsuali, è un tema delicato e cruciale per garantire l’equilibrio tra il diritto dei creditori a essere soddisfatti e l’obiettivo di mantenere in vita l’impresa. Criterio fondamentale nelle scelte valutativedell'Istituto è il principio di meritevolezza, rispetto alle Imprese che meritano di essere supportate in una situazione di crisi. In tale contesto l’INPS, da mero soggetto che provvede al recupero dei crediti in modo convenzionale, si evolve in soggetto cui sono demandate attribuzioni valutative a seguito delle modifiche normative intercorse. Il Codice della crisi privilegia le soluzioni finalizzate a massimizzare il soddisfacimento dei creditori e salvaguardare l’occupazione, che consentono la continuità aziendale", così
Mirella Mogavero.
Valeria Vittimberga ha posto l’accento sull’importanza del cambio di paradigma dettato dal Codice della crisi: "La crisi d’impresa non rappresenta solo una realtà economica e giuridica in evoluzione, ma anche un momento cruciale in cui è necessario coniugare la tutela dei lavoratori con il sostegno alle imprese in difficoltà. Il Codice della crisi d’impresa del 2019 ha segnato un cambiamento culturale fondamentale: dal superamento della logica punitiva del fallimento a una visione più costruttiva, orientata alla conservazione dell’attività economica come risorsa dal valore sociale. L’impegno dell’Istituto è essenziale anche nei casi più complessi, come le aziende confiscate alla criminalità organizzata, dove la sinergia con le altre istituzioni è determinante per garantire continuità e legalità".
Gabriele Fava ha parlato di un nuovo approccio da parte dell’Istituto alle crisi aziendali: "L'INPS è l’attore di sistema che lavora per la tutela del credito previdenziale e per sostenere le imprese in difficoltà. Favorisce occupazione e fiscalità generale. Con il nuovo codice crisi impresa è questo l’obiettivo. Crisi in greco vuol dire cambiamento, scelta, decisione di conversione, non vuol dire fallimento. Vi invito a valutare con attenzione ma senza pregiudizi questo approccio. Un’impresa che riparte vale più di un credito incassato. È questo il welfare generativo per imprese, che non vuol dire solo protezione delle persone, ma ripresa occupazionale, economia che cresce. E’ una nuova visione di previdenza che vuole dire ripresa, crescita, occupazione. È un grande passo in avanti per l’Istituto e per il Paese".
L’INPS si conferma così non solo come presidio di
garanzia previdenziale, ma come attore consapevole e partecipe del sistema di tutela integrata del credito e dell’occupazione, in linea con i principi del nuovo diritto della crisi.