"Per contrastare la dispersione scolastica abbiamo investito risorse provenienti dal PNRR e dal ministero, non solo nell'ambito dell'Agenda Sud, ma anche in quello dell'Agenda Nord. Quest'ultima affronta il fenomeno della dispersione nelle periferie delle grandi città settentrionali, con l'obiettivo di prevenire il disagio giovanile che spesso è alla base dell'abbandono scolastico. Nell'ultimo decreto Scuola del PNRR abbiamo previsto finanziamenti dedicati alla formazione specifica dei docenti, finalizzata a prevenire le dipendenze, con particolare attenzione al consumo di sostanze stupefacenti. Inoltre, nella recente legge finanziaria, abbiamo inserito ulteriori risorse destinate al sostegno psicologico degli studenti. Ogni ragazzo che lascia la scuola rappresenta un fallimento umano, sociale ed economico per tutta la società. Infine, stiamo lavorando a una circolare specifica per limitare la dipendenza da cellulare, che interesserà anche le scuole superiori". Lo ha dichiarato
Paola Frassinetti, sottosegretario al ministero dell’istruzione e del merito, all’evento "I
talia 2035, strategie per un futuro di crescita e stabilità", promosso da Forbes a Roma nella sala Trilussa della Cassa di previdenza dei Geometri.
"Dalla fase sperimentale della nuova filiera '4+2', che integra il percorso degli istituti professionali e tecnici, ridotto a quattro anni, con ulteriori due anni di formazione presso gli ITS Academy (Istituti Tecnici Superiori) - ha aggiunto Frassinetti -, ci attendiamo una
percentuale di occupabilità molto alta, intorno al 90%, in linea con quanto già avviene negli altri Paesi europei. Per consolidare questi risultati e valutarli in modo più stabile, sarà necessario attendere anche l’esito di quest’anno scolastico".
Secondo
Luciano D’Alfonso (Pd) "bisogna riconoscere che esiste il rapporto tra il luogo dell’educazione e della formazione e il luogo del lavoro. Sono convinto che non debba solo essere costruita una bravura applicativa e professionale ma sia necessaria la capacità cognitiva dello studente fare in modo che disponga di una mappa conoscitiva che gli consenta di orientarsi di coltivare la domanda e l’interrogativo e gli permetta anche sapere usare e direzionare la tecnologia, l’accesso al mondo digitale. Se la scuola e l’Università si pongono l’obiettivo avremo cittadini formati oggi come studenti, ma attivi e protagonisti domani capaci di coltivare un progetto di vita. La scuola deve essere connessa anche con il mondo del lavoro ma soprattutto deve avere come orizzonte di responsabilità il consentire strumenti di lettura critica della realtà a favore dei giovani che si mettono in cammino".
Di educazione digitale ha parlato
Agostino Ghiglia (collegio Garante Privacy): "Manca una strategia nazionale sull’educazione civica digitale che dovrebbe essere materia d’insegnamento obbligatoria fin dai primi anni scolastici. Per insegnare, oltre alle opportunità, cosa si cela dietro lo schermo ai nostri giovani e quali siano i pericoli che lì si nascondono nel mondo del web. Ciò vale anche per gli adulti che necessitano di alfabetizzazione digitale. Il ruolo della famiglia è fondamentale e bisogna avere il coraggio di stare vicini ai loro figli e controllare a che contenuti accedono, installare il parental control e non sentirsi inadeguati a questo ruolo. Così come la scuola deve porsi il problema di formare degli educatori che siano al passo coi tempi".
Uno sguardo al futuro è stato offerto da
Danilo Iervolino (imprenditore ed editore di Forbes Italia): "Stiamo vivendo quella che in gergo viene definita l’education 6.0 in cui la tecnologia la fa da padrona con le nuove metodologie didattiche insieme all’intelligenza artificiale. La scuola deve cambiare pelle, deve essere più viva e più veloce che non anestetizzi lo studente ma che gli dia coraggio e le competenze giuste per le richieste del mercato del lavoro. Una scuola che deve essere facilitatore nelle attività e nella trasmissione del sapere. L’IA quasi sempre dà un lavoro sub-ottimale creando facilitazioni e false scorciatoie, producendo contenuti né originali né veritieri, per questo c’è bisogno di una moderazione e di una tecnologia che faccia sintesi tra il mondo della scuola e quello degli studenti".
'Formazione' è la parola chiave per
Mauro Masi (presidente della Banca del Fucino): "I giovani devono essere sostenuti con processi adeguati ad affrontare le nuove sfide del mercato del lavoro. Bisogna sempre salvaguardare però le caratteristiche della nostra italianità adeguando le nuove tecnologie a questi processi. Penso all’AI e ai sistemi autogenerativi che necessitano di meno forza lavoro per unità di prodotto. Un rischio che va scongiurato rendendo le tecnologie sinergiche alle attività dell’uomo".
Di sostenibilità del sistema pensionistico che vede protagonisti gli istituti di previdenza ha parlato il 'padrone di casa'
Diego Buono, numero uno della Cassa dei Geometri: "Senza una sostenibilità di lungo periodo si corre il rischio di non riuscire a erogare le prestazioni né di adempiere correttamente al nostro ruolo. Come Cassa di Previdenza abbiamo, per legge, l'obbligo triennale di predisporre bilanci attuariali con proiezioni a trent'anni e stress-test fino a cinquanta. L'ultimo di questi bilanci è stato realizzato lo scorso novembre e ha confermato che la nostra Cassa possiede la sostenibilità richiesta. Tuttavia, alla sostenibilità economica deve sempre accompagnarsi l’adeguatezza delle prestazioni offerte".
Sul futuro del sistema previdenziale si è espresso
Gabriele Fava, presidente dell’Inps: "Abbiamo creato, per la prima volta, uno spazio interamente dedicato ai giovani, accessibile tramite un unico punto digitale che offre circa 50 servizi. Una piattaforma pensata appositamente per loro, con l’obiettivo di parlare la loro stessa lingua e attirare il loro interesse. Questo ambiente digitale vuole accompagnare i ragazzi nella costruzione del loro futuro, orientando e preparandoli al mondo del lavoro. La sostenibilità del nostro sistema Paese dipende necessariamente dall'aumento della base occupazionale, ovvero dall'inserimento dei giovani che saranno i pensionati e contribuenti di domani. Solo così potremo garantire l'equilibrio e la stabilità del nostro sistema previdenziale".
Per
Antonio Misiani (vicepresidente della Commissione Bilancio a Palazzo Madama): "Occorre mettere in campo una pluralità di strumenti. Il più importante è quello di una legge sulla rappresentanza che metta fuori gioco i contratti pirata che fanno dumping sociale per rafforzare la contrattazione collettiva, una legge sul salario minimo come già in vigore in 22 Paesi UE e si deve lavorare dal punto di vista fiscale sapendo che gli spazi sono limitati fino a quando l’Irpef resta un colabrodo. Bene la conferma del taglio del cuneo fiscale ma insufficiente a fare fronte a un fiscal drag che ha falcidiato le retribuzioni dei lavoratori".
Di innovazioni tecnologica e dell’ingresso dell’IA nel mondo delle professioni ha parlato
Luigi Pagliuca, presidente della Cnpr: "Tutte le innovazioni tecnologiche devono essere governate e gestite al meglio dall’essere umano e l’intelligenza artificiale non fa eccezione. Ho sentito più volte dire che l’IA ridurrà posti di lavoro e creerà problemi al mondo delle professioni. Non lo credo affatto. Piuttosto è fondamentale che i professionisti prendano atto prima possibile delle tante opportunità che questo strumento offre in termini di riduzione di tempo nello svolgimento di lavori routinari a tutto vantaggio delle nuove più moderne funzioni che sono sempre più richieste dalle imprese. Ad oggi solo il 10% dei miei colleghi lo fanno. Piuttosto è importante avviare una discussione seria e concreta con il decisore politico per introdurre nuove e più incisive azioni per sostenere il percorso di innovazione che sta riguardando il mondo delle imprese e quello delle professioni".
Secondo
Gianni Mancuso Vicepresidente dell’Enpav: "Nel mondo dei lavoratori autonomi c’è una platea di 1.600.000 professionisti. Ogni Cassa ha difficoltà a dialogare con i più giovani quindi negli ultimi 15 anni abbiamo cercato di trasformare la Cassa in erogatore di servizi. Ci sono un serie di filoni come l’accesso al credito, favorire le aggregazioni, implementare l’Istituto della maternità e via via borse di studio per le varie sfaccettature della professione. Vogliamo far capire ai giovani che la previdenza è una cosa utile, importante e che bisogna pensarci addirittura prima che diventino professionisti. Per cui nel tempo abbiamo maturato esperienze all’interno dell’Università ed è quello il punto in cui bisogna lavorare ancora di più per arrivare nelle menti dei giovani futuri colleghi. Quando i giovani si affacciano alla professione sono tutti presi dall’ansia di essere adeguati al percorso professionale e magari trascurano di sapere che hanno una serie di obblighi".
Un focus sulla sanità ha visto protagonista
Luca Antonini, vicepresidente della Corte costituzionale: "La sanità italiana sta vivendo una crisi preoccupante. Secondo i dati dell’Istat, nel 2024 ben cinque milioni di italiani non hanno avuto la possibilità di curarsi, 600mila in più rispetto all'anno precedente. Siamo di fronte a una pericolosa deriva verso un modello simile a quello americano, in cui le cure sanitarie diventano un lusso riservato a pochi. Il nostro modello universalistico, storicamente inclusivo, è oggi fortemente a rischio a causa di una serie di tagli silenziosi che negli anni hanno impoverito il comparto sanitario, generando oggi effetti molto pesanti. Nonostante le risorse siano state riallocate, mancano ancora idee chiare per valorizzare e trattenere in Italia la figura del medico. È inaccettabile che così tanti medici formati nel nostro Paese scelgano poi di lavorare all’estero; dobbiamo rendere la nostra realtà più attrattiva. Bene aver finalmente superato il numero chiuso nelle facoltà di medicina, ormai anacronistico rispetto alle attuali esigenze del settore. Tuttavia, è altrettanto urgente eliminare la responsabilità penale per colpa grave del medico, che rappresenta un ingiusto peso aggiuntivo per l’intera categoria".